venerdì 25 gennaio 2013

Il piano della Cgil contro la crisi


Il piano della Cgil contro la crisi


Creare nuovi posti di lavoro, mettendo al centro il territorio, riqualificando industria e servizi, riformando la pubblica amministrazione e il welfare con l’ambizione di dare senso all’intervento pubblico come motore dell’economia. Sono gli obiettivi principali del piano del lavoro presentato oggi dalla Cgil – e pubblicato nel dettaglio da Repubblica e Unità – nel quale si indica come necessita’ una profonda riforma fiscale, un sostegno concreto all’occupazione e la riforma del mercato del lavoro e degli ammortizzatori sociali. Misure che richiedono risorse totali per circa 50 miliardi medi nel triennio 2013-2015. Le infografiche de L’Unità:
IL PIANO DELLA CGIL - In sostanza – si legge nel piano – per la realizzazione degli obiettivi occorrono risorse dedicate a progetti prioritari (4-10 miliardi di euro l’anno), programmi del piano straordinario di creazione diretta di lavoro (15-20 miliardi di euro l’anno), sostegno all’occupazione, riforma del mercato del lavoro e ammortizzatori sociali (5-10 miliardi di euro l’anno), piano per un nuovo welfare (10-15 miliardi di euro l’anno), restituzione fiscale (15-20 miliardi di euro l’anno). L’attivazione del piano – secondo la Cgil – potrebbe generare una crescita del pil del 3,1% nel triennio e del 2,9% di incremento dell’occupazione, riportando il tasso di disoccupazione nel 2015 a livello pre-crisi.
CONTRO LA CRISI PIU’ LAVORO - Per recuparare le risorse quantificate in circa 50 miliardi il sindacato guidato da Susanna Camusso indica 8 percorsi. Prima di tutto la riforma organica del sistema fiscale fondata su un recupero strutturale del reddito evaso che insieme ad un allargamento delle basi imponibili ad una maggiore progressivita’ dell’imposizione puo’ generare maggiori entrate per un ammontare di almeno 40 miliardi di euro annui. In secondo luogo la Cgil chiede la riduzione dei costi della politica e degli sprechi che insieme alla redistribuzione della spesa pubblica possono produrre almeno 20 miliardi di euro di risparmi strutturali. Dal riordino, agevolazioni e trasferimenti alle imprese per il sindacato si possono recuperare invece almeno 10 miliardi, mentre l’utilizzo di una parte delle risorse delle fondazioni bancarie potrebbero essere utilizzate per il piano per il nuovo welfare.

LA RIVOLUZIONE FISCALE - Le altre misure riguardano l’uitilizzo programmato dei fondi europei, lo scorporo degli investimenti dai criteri di applicazione del patto di stabilita’ e crescita, l’utilizzo dei fondi pensione attraverso progetti per favorire la canalizzazione dei risparmi verso il finanziamento degli investimenti di lungo periodo e il consolidamento da parte della Cassa depositi e prestiti della sua missione di utilizzare le proprie emissioni obbligazionarie di lungo e lunghissimo termine per attirare i capitali su progetti di sviluppo e infrastrutturali per investimenti strategici, sia per la pubblica amministrazione, sia per le societa’ industriali.


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