venerdì 14 giugno 2013

Il ricatto per chiudere la TV pubblica greca

Il ricatto per chiudere la TV pubblica greca

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La chiusura della TV pubblica greca, imposta dal ricatto monetario FMI/BCE/UE, è l’ultimo atto di dissoluzione pilotata dello Stato greco, del suo ruolo costituzionale autonomo, dell’intero versante pubblico. Un gravissimo colpo di Stato storico, mai realizzato, con la connivenza dei governanti-fantoccio di quel Paese. La differenza con la situazione italiana è solo nei tempi di un identico processo dissolutivo.
Da tempo, con una serie di articoli pubblicati su questo blog, ho denunciato la dissoluzione, pilotata da FMI/UE/BCE e assecondata dai governi nazionali, degli Stati nazionali della UE – come Grecia, Italia, Spagna ed altri – mediante il ricatto monetario del debito-truffa, dell’euro e del capitalismo finanziario. I processi reali stanno andando esattamente nella direzione catastrofica denunciata da tempo su Web.
Gli Stati nazionali stanno perdendo ogni prerogativa costituzionale; la loro sovranità politica, economica, militare, monetaria, mediatica, popolare e sociale; le funzioni dei poteri costituzionali (legislativo/parlamentare e giudiziario); il ruolo pubblico di garanzia su beni comuni e servizi pubblici essenziali.
La chiusura della TV greca è appunto un tassello di questo piano capitalista di distruzione degli Stati costituzionali nazionali e del versante pubblico, per imporre il governo unico mondiale patrocinato dal Gruppo Bilderberg, dalla Nato, dalle Banche, dal capitalismo finanziario e dalle multinazionali, siano esse laiche o cattoliche (Vaticano), militari o civili, produttive o improduttive, lecite o illecite (mafia).
Questo processo distruttivo dei diritti dei popoli – della pace, della legalità, della giustizia, dell’ambiente, dell’economia e della vita umana – richiede che ogni voce scomoda o pluralista sia silenziata e repressa. Allo Stato debbono rimanere solo ruoli di repressione armata (interna o esterna ai propri confini), di impostura e di tassazione. Una tassazione – classista, ingiusta e spropositata – che si scarica sui redditi fissi controllabili, non su patrimoni, rendite e profitti (incontrollati ed incontrollabili).
Sarà allora un caso che qui da noi Grillo propugna la dissoluzione della RAI, esattamente come voleva la P2 di Gelli, o la lotta contro i privilegi dei… pensionati? Oppure che rivendichi la fine di tutti i partiti e tutti i sindacati, senza distinzione tra chi serve i processi dominanti e chi vi si oppone da decenni?
Approfittando del ripudio popolare nei confronti della partitocrazia dominante, PDL e PD in primo luogo, Grillo ha giocato finora il ruolo del “giustiziere alato” che salva le vittime dal massacro sociale. Metà dello elettorato non è caduto nell’inganno ed ha rifiutato la truffa delle elezioni politiche (50%). Un’altra parte (25%) lo ha seguito, ma si è trovato con un “pugno di mosche in mano”: rielezione di Napolitano, governissimo della troika UE e nazionale (PD/PDL/Monti), presidenzialismo, controriforma costituzionale.
Da qui il crollo di Grillo e M5S nelle ultime elezioni amministrative di giugno. Lo stesso Grillo ha dichiarato pubblicamente che il suo movimento è servito ad “evitare un rivolta popolare”: forse, più semplicemente, è servito ad escludere dalle Istituzioni, nazionali e locali, le forze anticapitaliste e più combattive. Che Grillo sia o no in buona fede, il risultato politico conseguito è disastroso per la vita e l’economia di lavoratori e pensionati: la troika europea e quella nazionale ne escono rafforzati, avendo così superato un momento di difficoltà e di infima credibilità.
Finita l’era delle invettive sterili, ora il problema della vera opposizione politica e sociale ritorna con maggiore gravità. La sfida popolare e costituzionale impone maggiore radicalità delle lotte sociali e popolari. Serve una lotta di resistenza e di alternativa che si opponga ai neo-nazisti di oggi, ancora più determinata e coraggiosa di quella condotta contro il nazismo/fascismo di ieri. La difesa attiva e il rilancio della nostra Costituzione antifascista rimane la prima e più urgente esigenza vitale, popolare e sociale.
Nonostante il calo crescente di credibilità di governanti, partiti e giornalisti asserviti, la nostra TV – largamente privatizzata, mercificata e lottizzata – rimane ancora lo strumento principale di un consenso elettorale fuorviante e ingannatore. Ma noi possiamo spegnerla e disertarla, facendo l’esatto contrario di ciò che ci viene sbandierato e reclamizzato. Dobbiamo spegnere i partiti e i sindacati sudditi della troika UE e nazionale (PD/PDL/Monti), gli imbonitori ed i parolai (comunque camuffati), per dare invece forza a tutti soggetti di alternativa al capitalismo finanziario, di liberazione nazionale, di fedeltà costituzionale.

Le forze di alternativa ci sono e crescono: non solo gli astensionisti che hanno capito l’inganno (ormai maggioranza), ma coloro che lottano contro il sistema, i delusi di Grillo, le persone evolute e coscienti. Tutti costoro, vittime del sistema distruttivo dominante, sono una grande maggioranza che va solo unificata in un percorso di liberazione e di alternativa di civiltà. Perciò subito fuori dalla Nato, dalla UE, dall’euro e dalle altre truffe del capitalismo finanziario.

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