Espianti di organi su corpi di soldati ucraini, aperti e ammucchiati. Ma non si può dire
di Claudio Beccalossi *
Mentre il presidente ucraino, Petro Oleksijovyč Porošenko ed il suo omologo russo, Vladimir Vladimirovič Putin, sembrerebbero (il condizionale è d’obbligo) orientati all’accordo per un “cessate il fuoco permanente” (od un “cessate il fuoco” che saprebbe tanto di tregua per consentire alle truppe governative di ritirarsi dalle “sacche” circondate dai separatisti) nelle zone incandescenti del Donbass.
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Fanno estremamente fatica le notizie “sicure” a scavalcare l’odiosa barricata di “deformante versione” e di “silenzioso nichilismo” eretta su quanto avviene nel Donbass sulla pelle di civili inermi e di assatanati militari, paramilitari, nazionalisti, milizie d’autodifesa, separatisti, contractors, volontari e veterani stranieri (non certo solo russi) avvezzi alla “guerra sporca”. Chi guarda alla luna e non al dito ha già compreso i wargames da sciacquone della combriccola Ucraina golpista, Unione Europea “sull’orlo d’una crisi di nervi” (se non già in menopausa), Cia stratega a monte, Nato “Rambo” a valle, Pentagono burattinaio del “Yes, we can”, slogan caduto in disgrazia come il rispetto doveroso della verità e dell’informazione super partes svicolato dai media, ronzini costretti a morder il freno per ordini di scuderia impartiti da “poteri forti” (politici ed economici, di qua e di là dell’Atlantico) dal pelo sullo stomaco più irto di quello d’un cercopiteco. I pacifisti di professione, poi, preferiscono sventolare la loro bandiera arcobaleno in manifestazioni più radical chic che non schierarsi a favore della pace nel Donbass. Meglio incazzarsi in cortei pro popolo palestinese e contro il solito sionismo, magari schierandosi con l’organizzazione palestinese Ḥamās, acronimo di Ḥarakat al-Muqāwama al-Islāmiyya (in arabo, Movimento Islamico di Resistenza, “entusiasmo, zelo, spirito combattente”), piuttosto che sposare la causa pacificatrice dell’est dell’Ucraina in guerra civile…
L’informazione ad uso e consumo dell’italietta sul ciglio del precipizio (e sulla spiaggia d’una, cento, mille Lampedusa
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Ma non è tutto. L'ennesima ipotesi di nefandezza oscurata, ergo, nascosta dal “regime dei media”, riguarda ancora i cadaveri dei militari ucrainigovernativi dai quali verrebbero espiantati organi per poi essere venduti a chissà chi, come e quando. L’incertezza su quest’altra vergogna disumana della congrega anticompatrioti al potere, con il tifo ultras da stadio d’Unione Europea e degli Stati Uniti, è ancora dovuto, fino a quando ulteriori informazioni neutrali forniranno conferme, smentite o chiarimenti. Rimane emblematica la foto riprodotta, scattata da medici a Mariupol’ e divulgata (il 26 agosto 2014) contando sull’anonimato ma con la postilla “ripubblicare al massimo”. «Eviscerati degli organi del corpo a soldati ucraini dalla zona della cosiddetta ATO (Operazione Antiterrorismo attuata dal governo di Kyïv, n.d.t.)». E, di seguito, le accorate raccomandazioni: «Madre ucraina! Pensa prima d’inviare i tuoi figli in guerra! È possibile che non li rivedrai più ed i loro corpi saranno venduti per un sacco di soldi in Europa. Soldati ucraini! Tornate dal fronte se non volete che i vostri organi siano venduti per denaro arricchendo ulteriormente gli oligarchi e Kolomoiskiy Valtsmana-Poroshenko». E’ possibile che in un angolo della (cosiddetta) civile Europa vengano impunemente commesse simili, presumibili atrocità? E che venga soffocato pure il banale bisogno di trasparenza?
* Claudio Beccalossi, editorialista
** Editing a cura di Bartolomeo Alberico
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venerdì 5 settembre 2014
Espianti di organi su corpi di soldati ucraini, aperti e ammucchiati. Ma non si può dire
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