lunedì 23 febbraio 2015

Pensioni, Palazzo Chigi studia la strada per anticiparla

Pensioni, Palazzo Chigi studia la strada per anticiparla



Giuliano Poletti riparte all'attacco per riformare le pensioni. Ieri in una intervista rilasciata ad Avvenire il ministro del Lavoro ha rilanciato il tema della flessibilità, osservando tra l'altro che potrebbe convenire alle stesse imprese: "Quanto costa in termini di competitività tenere al lavoro persone che già hanno dato tutto?". Non solo. Se non venissero introdotti "elementi di flessibilità" ci saranno ondate di lavoratori anziani espulsi dalle aziende ma lontani dal raggiungimento dei requisiti per la pensione che, una volta, esaurito il sussidio di disoccupazione, resterebbero senza reddito. Il problema è che intervenire per mandare in pensione i lavoratori prima di quanto preveda la legge Fornero costa e crea problemi con la Commissione europea.
Le proposte Ncd - Ecco allora che sono allo studio varie proposte tra cui quelle del presidente della commissione Lavoro del Senato, l'NcdMaurizio Sacconi che la Stampa ha anticipato. Innanzitutto per l'ex ministro va incentivata, nel caso di accordi tra azienda e dipendente sull'uscita anticipata dal lavoro con l'azienda che integra i contributi previdenziali del lavoratore. Secondo Sacconi si dovrebbe poi rendere molto più conveniente di ora il riscatto della laurea. Misure che avrebbero un duplice effetto: aumentare il risparmio previdenziale e quindi l'importo della pensione; aiutare in molti casi chi rimane senza lavoro ma non ha i contributi sufficienti (ne servono 42 anni e mezzo) ad andare in pensione. Il tutto, continua Sacconi, andrebbe accompagnato dal "fascicolo elettronico della vita attiva" per un monitoraggio del conto corrente previdenziale, con l'obiettivo di stimolare il lavoratore ad "accrescere il suo gruzzolo contributivo". E poi, ricorda la Stampa, c'è sempre la vecchia proposta del governo Letta del mini anticipo: chi è a 2-3 anni dalla pensione e resta senza lavoro può chiedere un anticipo di 6-700 euro al mese che poi restituisce in piccolissime rate quando scatta l'assegno pieno.

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