martedì 7 aprile 2015

Carpeoro: quale riscatto, per un’umanità che ignora Cristo?

Carpeoro: quale riscatto, per un’umanità che ignora Cristo?


Un miglioramento generale, grazie alle nuove conoscenze in nostro possesso? Ma no. Se non ha portato sviluppopositivo alla nostra società quello che ha detto Gesù Cristo, cosa volete che possa riuscirci? Non ha portato l’uomo a cambiare completamente il suo approccio con la realtà. E questo, indipendentemente dalle osservazioni storiche: la mia fede personale, da cristiano un po’ eretico, non è fondata su istituzioni o dogmi, non me ne frega niente. A me, che la Madonna fosse vergine o meno, che lui sia risorto o meno, che sia vissuto o meno e che si chiamasse realmente Gesù Cristo, che i Vangeli fossero solo quelli o meno, non me ne frega niente. Io ho recepito, nelle cose che ho letto, un grande messaggio universale, di grande fratellanza. Ho recepito un grande messaggio simbolico, anche di resurrezione – ma non nei termini che noi volgarmente intendiamo, per cui San Tommaso gli deve toccare le piaghe: non è quello. Quando, nel Discorso della Montagna, gli chiedono “ma noi, per ottenere questa riconciliazione, cosa dobbiamo fare?”, lui dice una cosa sola: recita il Padre Nostro.
Se qualcuno si legge il Padre Nostro, può dire che sia una preghiera che separa, una preghiera di integralismo cristiano cattolico, una preghiera esclusiva? Il Padre Nostro lo può recitare chiunque: in Oriente, in Occidente, in Medio Oriente,L'Urlo di Munchnell’Islam. E’ una preghiera universale. Tant’è vero che Voltaire, che non era l’ultimo arrivato (e si diceva fosse ateo), quando fu iniziato alla massoneria si inventò una preghiera assolutamente coincidente col Padre Nostro, che si chiama “preghiera al creatore di tutti gli esseri viventi”. Diceva le stesse cose del Padre Nostro, in una forma diversa. Perché se devi andare a pensare a un modo universale per parlare con Dio, c’è solo quello. “Padre nostro, che sei nei cieli”: ditemi dov’è l’identificazione con Jahvè, con Geova, con Allah. Non c’è un’identificazione. “Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra”. C’è qualcosa di specificamente territoriale, etnico, integralista o strutturale, in questa preghiera?
Quindi, il messaggio di Cristo è: solo facendo questo, voi siete (tra virgolette) cristiani – non nel senso separatistico del termine, ma nel senso universale. Ama il prossimo tuo, questo basta. Si legga il Discorso della Montagna sul Vangelo di Matteo, che tra l’altro è il Vangelo più credibile per la Chiesa cristiana. Giacomo, quello che dicono fosse il fratello di Gesù Cristo, gli dice: ma noi, dopo che siamo stati in giro per il mondo insieme a te, cosa dobbiamo fare? E lui dice: basta una sola cosa, il Padre Nostro. E’ sufficiente – ovviamente, se la fai col cuore, con coerenza. E’ un messaggio così grande. Lasciamo perdere tutti i dibattiti sul Cristo storico, se è vissuto o non è vissuto, lasciamo stare. Tu prendi quella roba lì e te la leggi: se non ti cambia la vita, cosa vuoi che te la cambi? Cos’altro ti può cambiare la vita? Nulla. Puoi dire le verità più belle del mondo, tutto Carpeoroquello che vuoi. Ma se non ha cambiato il corso della storia quella roba lì, vuol dire che ancora non siamo pronti per cambiarlo, il corso della storia.
Il messaggio vero, universale, è che c’è un solo padre, di cui siamo tutti figli. E quando questo padre ha dovuto immaginare di avere un figlio suo, che forma gli ha dato? Un angelo, un arcangelo, un cherubino? No, una forma umana. Basta, quello è il messaggio. Un figlio. Nella parola figlio c’è il concetto di uomo: la parola figlio fa parte del concetto di uomo. E quindi lui l’ha fatto uomo, dovendo fare un figlio – poteva essere solo un uomo. Posso anche dare ragione agli scettici, ma io credo negli archetipi: se anche quelli dicono che il Vangelo è falso, e Gesù Cristo pure, vuol dire che l’archetipo risaliva a tempo prima e si è trasmesso lì, ma rimane la verità dell’evento. Quella rimane, intatta.

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