venerdì 2 marzo 2012



L'Economist si schiera dalla parte dei No Tav: "L'alta velocità non è concorrenziale" Sono d'accordo vale la pena investire  miliardi per accontentare pochi???e poi lasciare i normali con le carrozze dell'800??


L'Economist si schiera dalla parte dei No Tav:

Il settimanale inglese The Economist dedica una lunga e dettagliata analisi sul tema caldissimo dell'alta velocità: il pezzo, intitolato significativamente The great train robbery, (La grande rapina al treno, titolo anche di uno dei primi film della storia del cinema), parte dal presupposto che l'alta velocità ferroviaria sia troppo costosa, e che lo stesso governo britannico dovrebbe ripensare attentamente al progetto da 32 miliardi di sterline per collegare Londra al Nord dell'Inghilterra.
L'articolo dell'Economist, tradotto in italiano dal sitoInformare per resistere, spiega: 
"Nelle economie più sviluppate i treni ad alta velocità non riescono a colmare i divari fra le regioni e, talvolta, li aggravano. Migliori collegamenti rafforzano i vantaggi di una città ricca situata nel punto centrale della rete: le ditte in regioni prosperose possono raggiungere un’area più grande, finendo per danneggiare le prospettive dei luoghi più poveri. Le nuove linee ferroviarie spagnole hanno ingrossato le imprese di Madrid a discapito di quelle di Siviglia. La tendenza in Francia è quella di trasferire le sedi centrali a Parigi a svantaggio di altre località. [...] Anche se qualche città ne trae benefici, i restanti luoghi al di là della rete ferroviaria ne soffrono: la velocità è raggiunta parzialmente, al costo di ridurre le fermate, cosicché aree già ben servite dai servizi esistenti si trovano nuove linee che le escludono."
Poi cita il caso britannico:
"Zone della Gran Bretagna, per esempio, temono che una nuova cerniera di ferrovia creerà città di secondo livello fornite da un minor numero di treni più lenti"
La soluzione? Secondo l'Economist potrebbe essere potenziata dall'aggiornamento delle linee ferroviarie già esistenti
"Il governo inglese – l’ultimo ad essere ingannato da questa visione della modernità – dovrebbe ripensarci. [...] Allo stato attuale, per la maggior parte dei posti, i benefici marginali di queste fantastiche conquiste dell’ingegneria, tradotti in termini di tempi di percorrenza ridotti, vengono soppressi dai costi elevati. E i costi di finanziamento riducono i fondi che potrebbero essere disponibili per schemi più semplici, ma più efficienti. L’aggiornamento delle linee esistenti, delle reti più lente, soprattutto nei paesi più piccoli, spesso ha maggior senso. La capacità può essere aumentata con treni più lunghi e piattaforme estese. Alcune spaziose carrozze di prima classe possono essere convertite in quelle più compresse di seconda classe; una politica dei prezzi può razionare la domanda più efficacemente nelle ore di punta"
L'articolo del settimanale inglese si chiude con una provocazione: 
"Probabilmente per i politici è più allettante inaugurare un nuovo futuristico servizio che togliere la copertura ad un nuovo pannello di segnaletica!".

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