mercoledì 4 luglio 2012

Femmicidi: che altro deve succedere?


Femmicidi: che altro deve succedere?














  • Scorrendo “La clausola dell’Europea più favorita”, il progetto dell’associazione francese Choisir la cause des femmes che ha svolto un lavoro certosino dal 2008 sulle leggi più progressiste già esistenti in Europa per raccoglierle in un gruppo di norme giuridiche che regolamentino i diritti specifici delle donne su maternità, vita professionale e familiare, lotta contro la violenza e la parità politica – “Clausola” presentata anche a tutte le istanze europee e approvata dal parlamento francese – mi accorgo senza sorpresa che l’Italia non c’è. Insomma mi rendo conto che esistono, ed esistevano, buone leggi sulla tutela e la lotta alla discriminazione e alla violenza in diversi paese europei, mentre altri, come il nostro, non vengono neanche nominati. Perché? Perché in Italia ormai siamo a due femmicidi al giorno, una escalation che pesa sul governo e soprattutto sulle ministre di pari opportunità (Elsa Fornero con delega), interni e giustizia come fossero macigni: come si fa a rimanere inermi davanti a questo massacro quando in mano avresti non solo le armi per combatterlo il massacro ma anche quella cosa in più che noi tutte in Italia cercavamo? Ovvero tre donne a tre posti strategici a livello istituzionale? L’allarme continuo e fortissimo di questi mesi è stato come il grido disperato che chiama un sordo. Che altro deve succedere? Ieri Giancarlo Giannini, operaio 35enne, ha ucciso nel napoletano la moglie Alessandra Sorrentino, casalinga di 26 anni, a forbiciate in casa mentre i due bambini dormivano; e a San Donato Milanese Francesco Di Graci, 34 anni, ha ucciso a coltellate l’ex compagna, 26 anni, che pur di sottrarsi alla furia si è buttata dal balcone mentre l’uomo appiccava il fuoco alla casa in cui è stato ritrovato carbonizzato. I giornali hanno scritto che in entrambi i casi il movente era “la gelosia di lui nei confronti di lei”, parlando ancora una volta di “raptus” e “delitto passionale”, e cercando di inquadrare questi delitti in un quadro con moventi che non sono tali e descrivendo le vittime e gli ambienti in cui si consumano femmicidi come se fossero tante puntate della stessa fiction: un film che purtroppo sparge sangue vero. Il fatto che il governo, e soprattutto nessuna di queste tre ministre, abbia preso posizione rispetto a questa mattanza riconoscendo pubblicamente la natura di genere di questi delitti, non fa che sostenere quella cultura in cui il femminicidio prolifera, e che è la stessa che ha permesso di far decadere l’accusa di tentato omicidio e di far rimanere ai domiciliari – “pur restando una certa pericolosità del soggetto” e grazie al rigetto della Corte di Cassazione – Francesco Tuccia  che ha lasciato in un lago di sangue davanti alla discoteca di Pizzoli la ragazza trasportata in ospedale e operata d’urgenza per le gravi lesioni subite durante lo stupro. Quindi ripeto: che altro deve succedere?

    Ecco, per curiosità, le 14 leggi de “La clausola dell’Europea più favorita”
    - educazione sessuale: Danimarca per l’educazione alla sessualità fin dalla scuola elementare per i centri di pianificazione familiare incaricati anche di un sito internet che fornisca informazioni didattiche al personale incaricato;
    - contraccezione: Paesi Bassi per l’accesso diretto, libero e gratuito alla contraccezione, lo stato assicura l’informazione, la disponibilità e la gratuità per le donne adulte e le minorenni;
    - aborto: Svezia per il rispetto dell’autodeterminazione della donna nel disporre del proprio corpo., il limite legale è di 18 settimane (è richiesto un limite minimo di 12), e la pillola abortiva è autorizzata e rimborsata;
    - matrimonio: Austria per la preminenza data al matrimonio civile (aggiungendo la legge spagnola per il matrimonio omosessuale);
    - divorzio: Spagna con ottenimento del divorzio non subordinato ad una causa o ad un periodo di riflessione; obbligo degli alimenti;
    - contratti d’unione civile: Belgio con contratti aperti agli etero e agli omosessuali e garanti di elevati diritti;
    - congedi parentali: Svezia per l’alto livello di remunerazione, la parte di congedi riservata ai padri, se non utilizzata si perde.
    - autorità parentale: Estonia che stabilisce l’autorità a partire dal vincolo di filiazione (a meno che sia dannoso per la bimba/o), ed esercizio congiunto in caso di separazione; attribuzione giuridica dell’autorità a uno dei genitori e al suo congiunto o concubino qualunque sia il suo orientamento sessuale (Belgio);
    - violenza coniugale: Spagna con legge integrale contro la violenza di genere, lotta contro gli stereotipi a scuola; misure di protezione d’urgenza e centri di accoglienza per le vittime; formazione degli interlocutori dei servizi pubblici; tribunali specializzati;
    - stupro: Francia con definizione della violenza come crimine; processo a porte chiuse su richiesta della vittima; possibilità per le associazioni di costituirsi parte civile; in aggiunta l’approccio pluridisciplinare della legge spagnola;
    - prostituzione: Svezia per l’abolizione di fatto della prostituzione; la penalizzazione del cliente; l’impunità accordata alle prostitute; creazione di centri di accoglienza con attenzione particolare alle vittime della tratta; per le campagne di informazione effettuate dai media in relazione a vari ministeri (Salute, Interni etc.);
    -molestia: Lituania per le disposizioni presenti sia nel codice del lavoro che nella legge sulla parità tra uomo e donna.
    - lavoro: Francia per il codice del lavoro che riprende le maggiori conquiste sociali e per il suo regime pensionistico fondato sulla logica della solidarietà;
    - politica: Belgio per l’iscrizione della parità nella costituzione, comprendendo quella nel Consiglio dei Ministri e nei governi delle regioni e comuni; per il dispositivo che impone la parità assoluta e delle quote in tutte le elezioni e l’irricevibilità delle liste non conformi alla legge.

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