mercoledì 4 luglio 2012

Tagli a sanità e province, ecco la spending review


Tagli a sanità e province, ecco la spending review

La scure colpisce soprattutto la pubblica amministrazione, con blocco di stipendi e assunzioni, ma anche la sanità e il congelamento di Iva e tariffe sono messe sul banco: ecco i principali provvedimenti della bozza di dl osteggiata dai sindacati

Tagli a sanità e province, ecco la spending review
Mario Monti la definisce "un'operazione strutturale" che scandirà il passo del risparmio italiano nei prossimi anni: il decreto legge sulla spending review appena approvato dalla Camera aspetta ora il via libera del Senato per procedere. "Per evitare che in ottobre ci sia l'aumento dell'Iva occorrono 4,2 miliardi. Si sono poi aggiunte due esigenze: il tema degli esodati, meglio qualificati come salvaguardati, e il terremoto in Emilia Romagna, Lombardia e Veneto, rendendo la cifra di 4,2 miliardi molto più alta", ha detto il  premier.
Il settore più colpito è la pubblica amministrazione, dove è previsto il taglio del 20% dei dirigenti e del 10% dei dipendenti, il blocco degli stipendi per il biennio 2013-2014, la sospensione dei concorsi per l'accesso alla prima fascia dirigenziale, la riduzione dei permessi sindacali del 10% e del 20% delle "facoltà assunzionali"nel triennio 2012-2014 (fetta che arriverà al 50% nel 2015 e al 100% a decorrere dal 2016). Anche il mondo accademico dovrà tirare la cinghia: dal 2013 il fondo per il finanziamento ordinario delle università sarà ridotto di 200 milioni, mentre le risorse dovute dallo Stato alle Regioni a statuto ordinario sono ridotte di 700 milioni per il 2012 e di 1.000 milioni a decorrere dal 2013. I tagli nel settore riguardano anche beni e servizi: La Presidenza del Consiglio dei Ministri mira a risparmiare "5 milioni di euro per l'anno 2012 e 10 milioni di euro a decorrere dall'anno 2013", mentre sempre dal 2013 la spesa per le auto blu non dovrà superare il 50% di quanto speso nel 2011.
L'articolo 1 della bozza del dl spending review annuncia l'intenzione di ridurre le Province: entro 20 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto "il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell'Interno, di concerto con il ministro dell'Economia e delle finanze e della pubblica amministrazione, delibera un'ipotesi di riordino delle Province". La redistribuzione degli obiettivi del patto di stabilità interno tra gli enti territoriali interessati "è operata a invarianza del contributo complessivo".
La sanità è un altro tema caldo del decreto: il fondo sanitario nazionale viene ridotto di tre miliardi in due anni, con tagli (secondo l’ultima bozza circolata del 3,7%) agli acquisti di Asl e ospedali nonché ai posti letto, in favore di un "ulteriore passaggio dal ricovero ordinario al ricovero diurno e dal ricovero diurno all'assistenza in regime ambulatoriale, favorendo l'assistenza residenziale e domiciliare". Ulteriori risorse arriveranno dallo sconto obbligatorio che applicano allo Stato industrie e farmacie per i medicinali a carico del Servizio sanitario: quello dell’industria passerebbe dall’1,83% al 6,4%, mentre quello dei farmacisti andrebbe dall’attuale 1,82% al 3,65%.
Il decreto mira a salvare ulteriori 55.000 lavoratori esodati rispetto ai 65 mila già interessati da provvedimenti. Tra i blocchi ci sarà la sospensione per l'anno 2012 dell'incremento dell'Iva e riduzione dell'incremento dell'Iva a decorrere dall'anno 2013, mentre le tariffeverranno bloccate fino al 31 dicembre 2013. Infine il blocco riguarda anche gli adeguamenti Istat relativi ai canoni dovuti dalle Amministrazioni per l'utilizzo di immobili in locazione passiva.

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