giovedì 10 gennaio 2013

Bersani vergognati 4,Baffino sempre nascosto,Primarie Pd Modena. Un successo andato in fumo (per usare un eufemismo)


Primarie Pd Modena. Un successo andato in fumo (per usare un eufemismo)


In una delle riserve dell’ortodossia postcomunista si registra: il miglior successo personale di un renziano in tutt’Italia (segno che le due anime possono ben coesistere...)

di Enrico Grazioli
Ce ne voleva per rovinare un passaggio politico felice come le “parlamentarie” del Pd a Modena, ma ci si sta riuscendo. Dunque: il 30 dicembre 28mila (28mila, capito? Il 30 dicembre...) modenesi vanno a scegliere i quattro nomi a cui il Porcellum garantirà un posto in Parlamento. Un successo di partecipazione dopo un confronto serrato nei tempi ma costruttivo nei modi e nei contenuti. Sono premiati 4 nomi di valore, si introduce un rinnovamento da tutti auspicato, resta aperta la possibilità che le ulteriori scelte romane rimpinguino la rappresentanza modenese a Roma.
In una delle riserve dell’ortodossia postcomunista si registra: il miglior successo personale di un renziano in tutt’Italia (segno che le due anime possono ben coesistere se vogliono); la sorpresa limpidissima della segretaria dei giovani (quei giovani che da anni il partito ammette di far fatica a convincere e conquistare); il riconoscimento responsabile dell’impegno a sostenere il governo uscente, con una sottosegretaria non certo avvezza alle feste dell’Unità e ora legittimata anche da chi frigge il gnocco, non certo catapultata; la scalata di un ex sindaco ora assessore provinciale, che in prima persona ha seguito (con fatica e buon senso riconosciuti sul campo) la fase più delicata del terremoto.
Insomma, bilancio di tutto rispetto per un partito che dimostra di non essere solo apparato ma anche popolo con presenza di spirito e non solo mal di pancia: e di conseguenza, per la sua classe dirigente che dovrebbe andarne fiera. Risultato? Il segretario provinciale, invece, si dimette. Perché? Qualcosa non ha funzionato? Sono stati pochi gli elettori ai seggi? Sono stati scelti dei ciarlatani incapaci di leggere una delibera comunale? No: è che anche lo stesso segretario provinciale era candidato ma ha perso, in volata, la sua corsa al Parlamento. E che i desideri del gruppo dirigente erano in parte diversi, a cominciare dalla riconferma delle parlamentari che di fare un passo indietro non ne volevano sapere. Ma questi sono i rischi e i costi (anche personali) della democrazia partecipata che tanto invochiamo. E comunque: erano primarie o un referendum sui vertici del partito, forse un congresso a porte aperte? Nel mandato di Baruffi c’era di garantirne lo svolgimento equo e regolare o di vincerle?
Io, fossi stato il segretario provinciale Pd avrei sventolato numeri, risultati e quota di rinnovamento, per dire che il partito aveva dato segni di vitalità e ricchezza, qui più che altrove, poi mi sarei buttato a capofitto nella campagna elettorale, conscio, giovane e intelligente come sono, di avere davanti a me ancora una vita da spendere ancora in politica. Ma per fortuna (mia e del Pd) io faccio un altro mestiere: così posso assistere, sbigottito, anche a quello che succede dopo. Qualcuno domanda per Modena la presenza in lista protetta anche di un sindaco del terremoto. Mossa astuta per creare scompiglio e magari riequilibrare qualche rapporto di forza interno, pia richiesta a cui non si può dir di no a priori: sarebbe ingeneroso, come rifiutarsi di fare un’offerta per la ricostruzione. E infatti il Pd non dice di no, vota anche un impegno in tal senso.
A me, che non faccio il politico, viene da chiedermi chi meglio del promosso assessore Vaccari possa conoscere il tema terremoto (rappresenta anche la Provincia che con la sua voce più alta ha reclamato il sindaco terremotato, mah...); mi viene in mente che Pini è di Camposanto (pieno cratere), che Bersani nel ricordare al Vaticano la presenza dei cattolici in lista ha pescato Patriarca, che di Carpi è e rimane, non credo insensibile al lamento della sua terrà né inetto di fronte alle alchimie di chi compila un bilancio dello Stato; penso che in lista c’è già il sindaco di Crevalcore, che sarà nel Bolognese ma invidie o derby della sfiga tra le macerie non ce ne possono essere; penso addirittura che Errani, che a Modena e per il terremoto ha dato forse il meglio di sé, qualcosa potrebbe contare a Roma in futuro se le cose andranno in un certo modo; e soprattutto non riesco a credere che chiunque sia eletto in Emilia, magari anche un Lapo Pistelli, non faccia del dopo terremoto la propria mission parlamentare... Ma tant’è: Modena chiede, Roma acconsente, Bologna (che poi è abbastanza Modena...) non si capisce bene, comunque quel posto salta fuori. Ma a scapito del ripescaggio agli ultimi posti utili del segretario provinciale (nel frattempo nel limbo) e di una deputata uscente. Uno pensa, faranno il bel gesto, alla settima fetta capiranno che è polenta... Invece, niet: il Pd di Modena che voleva il sindaco terremotato, a questo punto non lo vuole più... Meglio gli altri due nomi, Roma per loro val ben una messa.
Ora, sullo straordinario talento della sinistra a farsi del male da sé si sono scritte biblioteche: non c’era bisogno di questo vaudeville. E non c’era bisogno a Modena di avere un Pd imbalsamato nei prossimi mesi da una stagione congressuale che si annuncia ispida e contorta: c’è da immaginare un futuro per la città e per il suo governo, c’è da recuperare intuizione nell’elaborare strategie e progetti, magari ristabilendo efficacia e sensibilità nella capacità di relazione con i cittadini. Che, anche a questo giro, hanno fatto del loro meglio, partecipando e votando: qualcun altro no. E non veniteci a dire che se nell’elettorato resterà il retrogusto sgradevole avvertito in questi giorni, la colpa è nostra che abbiamo sottolineato i retroscena meno edificanti della vicenda. Noi, per dirla con Bersani o chi per lui, non siamo qui a smacchiare i giaguari. Qualcun altro non sappiamo.

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