giovedì 10 gennaio 2013

Italia, maglia nera delle classifiche Dalla condizione delle donne alla libertà di stampa. Fino all'emergenza carceri. Il nostro Paese continua ad arrancare.


Italia, maglia nera delle classifiche

Dalla condizione delle donne alla libertà di stampa. Fino all'emergenza carceri. Il nostro Paese continua ad arrancare.

Detenuti stipati in celle di pochi metri quadrati. Pari opportunità quasi inesistenti. Libertà di stampa zoppicante. Senza contrare l'altissimo tasso di corruzione. E il ritardo sull'innovazione.
No, non è il quadro di un Paese del Terzo mondo. Si parla di Italia, Paese di santi, poeti e navigatori. Che, però, negli anni ha collezionato una serie di maglie nere imbarazzanti diventando fanalino di coda in molte classifiche internazionali.

Sovraffollamento carcerario, la condanna dell'Ue

Anche il 2013 sembra confermare questo triste trend. Dalla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo, infatti, è appena arrivata la condanna  per trattamento inumano e degradante di sette detenutirinchiusi negli istituti carcerari di Busto Arsizio e Piacenza con a disposizione meno di tre metri quadrati a testa.
Spazi fuori norma che, in realtà, non sono eccezioni, bensì la regola. Basta guardare la popolazione carceraria italiana che ha toccato quota 65 mila detenuti, a fronte di una capienza di 45 mila posti nei 206 istituti di pena.
GLI STANDARD COMUNITARI. Eppure gli standard del Comitato europeo per la prevenzione della tortura del Consiglio d’Europa parlano chiaro: ogni detenuto deve avere a disposizione quattro metri quadrati in cella multipla e sette in cella singola, mentre se si hanno a disposizione meno di tre metri quadrati, come in Italia, si è in presenza di tortura.
LA SCIA DELLE SOLUZIONI TAMPONE. Un problema antico, quello del sovraffollamento degli istituti di pena, che il nostro Paese si porta dietro da anni, senza riuscire a individuare una via di uscita. E così piano carceri dopo piano carceri, amnistia dopo amnistia, i governi hanno sempre scelto la strada della soluzione tampone. Ne sa qualcosa il leader dei Radicali, Marco Pannella, con i suoi ripetuti scioperi della fame e della sete, l’ultimo interrotto da poco solo per gravi rischi di salute.
LA CLASSIFICA DEL DISONORE. Non c’è da meravigliarsi, dunque, se l’Italia, quanto a sovraffollamento, si classifichi ai primi posti. Anzi, si aggiudica il bronzo nell’Europa a 27 con le carceri occupate oltre il 140% della loro capienza. Secondo i dati Isfol del 2011 il Paese si colloca quindi ben al di sopra della media Ue del 109,7. Magra consolazione sapere di essere sorpassati solo dalla Bulgaria, a quota 155,6% e da Cipro, con un tasso di occupazione pari al 147,9%.

Libertà di stampa: allo stesso livello della Guyana e dietro al Mali

Gli italiani, però, non sono messi meglio neppure sul fronte della libertà di stampa. Basta scorrere la classifica Freedom House del 2012 per scoprire che il nostro Paese si piazza soltanto al 70esimo posto, insieme con Guyana e Kong Kong.
UN'ETICHETTA PESANTE. Sarà anche migliorata di qualche posizione rispetto agli anni passati, ma l’etichetta di «Paese parzialmente libero» e non «libero» pesa come un fardello. E pesa ancora di più se confrontato con Stati come il Mali, che raggiunge il 43esimo, o il Ghana che guadagna il 58esimo. Persino Cile e Namibia con i loro 67 e 68esimo posto possono contare su un livello d’informazione più libero di quello made in Italy.

Corruzione: Italia 72esima come la Tunisia

Figurarsi se la Penisola non ha un ruolo da protagonista nelle bad list sulla corruzione. Il consueto rapporto annuale di Transparency International, non a caso, le riserva un’attenzione di tutto rispetto. Tutto merito, si fa per dire, di quel 72esimo posto nella graduatoria mondiale.
GRECIA AL TOP. La Grecia, in effetti, primeggia in 92esima posizione, ma si tratta di una notizia poco confortante. Soprattutto alla luce di un peggioramento rispetto allo scorso anno che è costato all'Italia la perdita di tre posizioni. Con i suoi 42 punti su 100 totalizzati, insomma, possiamo vantare un livello di corruzione assimilabile a quello della Tunisia. Un abisso, comunque, rispetto a Paesi come la Danimarca o la Nuova Zelanda che hanno totalizzato ben 90 punti.

Pari opportunità: le donne vivono meglio in Kazakistan

Neppure il gentil sesso, purtroppo, se la passa troppo bene dentro i confini nazionali. E non solo a causadell'escalation di femminicidi con 120 vittime solo lo scorso anno. Lo conferma anche la classifica di Newsweek sui 165 Paesi in cui è meglio o peggio nascere donne: l’Italia si situa solo al 59esimo posto e si guadagna un’altra maglia nera. In base ai parametri analizzati dal magazine americano (giustizia, salute, istruzione, economia e politica), ci precedono addirittura la Mongolia e il Kazakistan, rispettivamente alla 32 e 33esima posizione. Non solo ma il Rwanda distanzia la Penisola di ben 21 posizioni.

Innovazione: il made in Italy superato dalla Malesia

A perdere colpi, tuttavia, è anche l’innovazione made in Italy. Il nostro Paese, infatti, ha aggiunto alla sua collezione di bocciature anche quella del World Economic Forum (Wef). In effetti, nel rapporto 2011, sui 138 Paesi mondiali analizzati ci siamo piazzati solo 51esimo posto (era 38esimo nel 2006), dopo India, Tunisia e Malesia.

Fare impresa: meglio di noi Rwanda e Bulgaria

Che fare impresa in Italia, infine, sia difficilissimo è cosa risaputa. Ma i dati nero su bianco dell’ultimo Rapporto della Banca Mondiale Doing Business fanno comunque un certo effetto.
MEGLIO SOLO DELLA GRECIA. Ancora una volta, insomma, gli italiani sono sul podio nero. Con il suo 80esimo posto in classifica, infatti, l’Italia può bearsi soltanto di precedere la Grecia e di essere di poco meglio dell’Albania. D’altronde, che Rwanda (alla 58esima posizione) e Bulgaria (che si classifica 51esima) siano di gran lunga avanti è un fatto che non ha bisogno di altri commenti.

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