lunedì 21 gennaio 2013

Germania, il piano fallito di Merkel La Cdu cede voti ai liberali, ma perde la Bassa Sassonia. A rischio l'alleanza per il voto nazionale.


Germania, il piano fallito di Merkel

La Cdu cede voti ai liberali, ma perde la Bassa Sassonia. A rischio l'alleanza per il voto nazionale.

La cancelliera tedesca Angela Merkel.

Alla fine l'espediente del voto in prestito non è servito e, dopo una serata ad alta tensione, il testa a testa in Bassa Sassonia fra la coalizione liberal-conservatrice e quella socialdemocratico-ecologista si è risolto a favore di quest'ultima, per un solo seggio: 69 a 68.
Stephan Weil, sindaco di Hannover del Spd, è il nuovo presidente del Land, David McAllister, presidente uscente della Cdu, esce di scena dopo aver cullato per ore l'illusione di un miracolo.
Quella che su alcuni giornali è stata raccontata come una batosta per la Cdu è stato invece un esercizio di machiavellismo politico, un rischio calcolato per provare a salvare coalizione e governo. Solo l'ingresso dei liberali nel parlamento di Hannover avrebbe potuto dare qualche chance di vittoria a McAllister.
LA CDU CEDE VOTI AI LIBERALI. Per farlo il Fdp avrebbe dovuto superare la soglia di sbarramento del 5%, ma i sondaggi pre-elettorali, pur segnalando una lieve ripresa nelle ultime settimane, restavano inchiodati al di sotto della percentuale necessaria. Così, negli ultimi giorni, è scattato nella sede della Cdu il piano di salvataggio: prestare ai liberali i voti necessari cercando di convincere una parte dei propri elettori a votare Fdp con la seconda scheda elettorale, quella che determina la suddivisione proporzionale delle liste.
Risultato: la Cdu ha ceduto parte del proprio consenso, scivolando al 36% ben al di sotto del consenso che le veniva attribuito, il Fdp ha ottenuto un sorprendente 9,9%. Ecco spiegato il consistente -6,5% che compare accanto al simbolo del partito della cancelliera Angela Merkel nel confronto con il voto regionale di cinque anni fa.
MERKEL PERDE LA QUINTA REGIONE. La trasfusione effettuata verso il Fdp ha consentito alla coalizione liberal-conservatrice di tornare in gioco almeno per alcune ore e di recuperare l'11% di svantaggio misurato a dicembre nei confronti dell'alleanza di sinistra. Ma non è servita a vincere: all'ultima scheda hanno prevalso gli avversari.
Nonostante il consenso ceduto, la Cdu rimane in Bassa Sassonia il primo partito, ma la forza congiunta di Spd e Verdi ha permesso di raggiungere, seppure di un soffio, l'obiettivo di scalzare per la quinta volta consecutiva in un'elezione regionale un governo giallo-nero.

In passato altri episodi di sostegno al Fdp

I quotidiani tedeschi del 21 gennaio si sono concentrati sugli effetti che l'esito del voto in Bassa Sassonia possa avere sulla campagna elettorale nazionale che è destinato a prolungarsi sino al 22 settembre e, in particolare, sull'ipotesi che il voto in affitto possa essere riproposto anche per il voto al Bundestag.
Non è la prima volta nella sua storia che la Cdu ha utilizzato un tale espediente per rinforzare un alleato di governo in difficoltà, ma in questa occasione il passaggio di voti è apparso clamoroso ed evidente.
«Secondo le prime analisi degli istituti demoscopici, almeno 101 mila elettori della Cdu hanno spostato il proprio voto sui liberali dalla prima (mandati diretti) alla seconda scheda (ripartizione proporzionale)», ha scritto loSpiegel, «confermando che si sia trattato di una sorta di trasferimento last-minute: l'80% degli elettori che il 20 gennaio hanno votato Fdp erano in realtà elettori della Cdu».
A SETTEMBRE INCOGNITA GROSSE KOALITION. «Per il successo di Hannover il Fdp non deve ringraziare il suo leader Philipp Rösler», ha ironizzato la Süddeutsche Zeitung, «ma Merkel e il fatto che molti elettori della Cdu volessero mantenere McAllister alla guida della loro regione».
Per il quotidiano bavarese, l'espediente del voto in affitto, oltre a non aver comunque consentito il miracolo in Bassa Sassonia, difficilmente potrà essere riproposto per salvare il governo della cancelliera in occasione del voto federale: «Nel voto di settembre, gli elettori della Cdu sanno di avere a disposizione un'alternativa rispetto alla coalizione con il Fdp, quella della Grosse Koalition con i socialdemocratici, e dunque non seguirebbero un'eventuale indicazione del loro partito a splittare il voto».
Tanto più che il Bundestag che uscirà dal voto di settembre sarà più frammentato rispetto al parlamento di Hannover e la Cdu non dovrà temere che Spd e Verdi, da soli, possano raggiungere la maggioranza dei seggi: se non i Pirati, ormai considerati in caduta libera, di certo ci sarà la Linke, che in Bassa Sassonia è rimasta lontana dal 5%, ma a livello nazionale non avrà problemi a superare la soglia.
IL SPD NON È RIUSCITO A DECOLLARE. Insomma, con lo sguardo alle elezioni di settembre le carte per ora non cambiano: il problema del governo in carica si chiama sempre Fdp e neppure la trasfusione di voti dalla Cdu riuscirebbe a salvare la maggioranza.
Nello stesso tempo il Spd non decolla, la crescita dei Verdi non è sufficiente per un esecutivo di sinistra e Merkel resta con il pallino in mano e con l'uscita di sicurezza della Grosse Koalition.
Certo Peer Steinbrück cercherà di dare una sterzata alla sua campagna elettorale sfruttando la suggestione del vento di cambiamento dei voti regionali, ma al momento tutto lascia presagire che i tedeschi vogliano un cambio di governo, non di cancelliere.


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