venerdì 27 gennaio 2012


Davos promuove Italia

'Il Paese deve cambiare marcia' afferma il ministro

26 gennaio, 21:46
Corrado Passera Corrado Passera
Davos promuove Italia

(dell'inviata Enrica Piovan)
Davos promuove l'Italia. Tra i leader economici e politici di tutto il mondo riuniti a Davos per il Forum economico mondiale il nostro Paese appare quest'anno più credibile e meritevole di rispetto. E' questa l'impressione che hanno colto gli esponenti italiani presenti oggi numerosi al meeting. Un'impressione confermata sia dal ministro dello Sviluppo Corrado Passera, che dalla presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, che però hanno evidenziato che la strada è ancora lunga e i pericoli restano in agguato. "Ci sono segnali positivi ma dobbiamo sapere che siamo ancora in zona di alto rischio", perché la situazione europea e dell'Italia "non lascia ancora tranquillo nessuno", ha avvertito il ministro Passera, sottolineando che però "bisogna avere ottimismo" e che da questa situazione che ne usciremo "continuando con il lavoro che si sta facendo".
Una sfida particolarmente delicata per il Governo Monti, visto che, come ha evidenziato Passera rispondendo ad una domanda nel corso di un seminario sul futuro dell'Italia, il nostro Paese "é un laboratorio che non può fallire: dobbiamo fare tutto quello che é necessario e non c'é una seconda chance per il Paese. Noi sentiamo questa grossa responsabilita". Passera, arrivato oggi a Davos per la prima volta in versione ministro dopo anni da abitueé del Forum come banchiere e manager, ha riscontrato una buona accoglienza per il nostro Paese: "Anche in luoghi come Davos - ha detto - si percepisce una grande attenzione e un certo forte rispetto per quello che l'Italia sta facendo". Sensazione analoga a quella colta dalla leader degli industriali: "Qui a Davos - ha detto Marcegaglia - ho l'impressione che l'Italia sia più credibile dell'anno scorso. Ci chiedono varie cose ma la credibilità del Paese è maggiore".
"Per la prima abbiamo iniziato ad avviare dei cambiamenti che prima sembravano impossibili. La profondità delle riforme che questo Governo ha avviato non era stata fatta da nessun Governo precedente", ha detto Marcegaglia assicurando a Monti il sostengo di Confindustria. "L'inizio è stato un buon inizio, ma c'é ancora molto lavoro da fare. Abbiamo davanti mesi difficili, ma ce la possiamo fare", ha detto la Marcegaglia, evidenziando che dobbiamo fare cose che non abbiamo fatto negli ultimi 20 anni. A Davos l'Italia è stata anche quest'anno, come abitudine negli ultimi anni, il tema di un seminario a porte chiuse cui hanno partecipato esponenti politici, imprenditori e banchieri, tra cui il ministro Passera, Marcegaglia, l'ex ministro Domenico Siniscalco, i manager Vittorio Colao, Giuseppe Recchi, Enrico Cucchiani, Andrea Illy e Mario Moretti Polegato. Dal dibattito sul futuro del nostro Paese è emersa la sensazione che la situazione italiana è "più incoraggiante" e che ora bisogna lavorare su alcuni temi chiave. Cruciale è la riforma del mercato del lavoro. Aiutare le giovani generazioni. Avviare la spending review ma senza tagliare tutte le spese: alcune vanno eliminate, mentre "altre come innovazione e formazione vanno aumentate". Bisogna infine trovare "risorse da dismissioni, privatizzazioni, e vendita di asset pubblici".

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