giovedì 16 febbraio 2012


Continuano a smantellare in Lombardia uno dei siti produttivi e di ricerca hi-tech      Ancora un pesante attacco all’occupazione nel Vimercatese e in Brianza DOBBIAMO FERMARLI !!!!
Con la decisione dell’Alcatel di sopprimere 490 posti di lavoro,  continua la deindustrializzazione dell’area produttiva brianzola in particolare distruggono l’eccellenza hi-tech dalla ITC all’elettronica di consumo ecc. Hanno cominciato anni addietro con la chiusura della Siemens, proseguendo con Celestica, IBM, Bames, Sem, ST Microeletronics , Yamaha, Nilstar, Candy, ecc. ecc.
La globalizzazione ha distrutto migliaia di posti di lavoro tramite un processo di delocalizzazione che ha visto spostare la produzione in altre aree dell’Europa e del mondo; processi che nonostante la crisi, avvengono ogni giorno alla faccia degli impegni che il governo delle banche dice di voler prendere.
Migliaia di posti di lavoro persi, anche super specializzati, distruggendo così un patrimonio di conoscenza e di ricchezza del territorio, del sistema produttivo italiano, favorendo la fuga di cervelli e tecnologie italiane.
Ad esempio a Bartolini è stato affidato il compito di distruggere l’impresa del territorio, una volta detta anche la  Silicon Valley  italiana per il prestigio industriale che rivestiva.
Oggi speculazione edilizia e alcuni magazzini di smistamento, sostituiscono in zona l’eccellenza produttiva.
Migliaia  di lavoratori in cassa integrazione, prepensionamenti forzati e pagati da noi cittadini, mentre il futuro dei giovani si fa sempre più precario e in cerca di un lavoro che non c’è. Questo è il quadro della Brianza che i governanti succedutisi in molti anni hanno lasciato.
La responsabilità del sindacato confederale è di avere assecondato questi processi, pensando che fossero marginali. Le lotte, pur importanti, per la cassa integrazione al fine di  dare una risposta immediata ai lavoratori, non hanno dato i frutti sperati perché siamo di fronte alla distruzione del patrimonio produttivo con conseguente impoverimento del territorio perché senza produzione alla lunga non c’è ricchezza diffusa e redistribuzione del reddito.
E’ necessario invertire il senso delle lotte, UNIFICARLE, battendosi decisamente per mantenere il lavoro, impedendo le delocalizzazioni e la chiusura delle aziende, riconvertendo se necessario produzioni e riqualificando le industrie e i lavoratori verso nuove produzioni, saldando ricerca, università, scuola, industrie, trasporti e servizi per fare della Brianza un vero polo di eccellenza produttivo in Europa
Aprire immediatamente un tavolo in Brianza (altrimenti a che serve la recente costituzione della Provincia? Anche la Regione vi deve concorrere) con la partecipazione attiva dei lavoratori, per definire proposte concrete di rilancio produttivo e reinsediamento industriale, rifuggendo da illusorie scorciatoie di speculazione immobiliare che sono la strada che porta alla crisi come ha dimostrato la recente storia della pesantissima crisi in corso che è partita proprio dall’esplosione di una bolla immobiliare.
Da subito, vanno mantenuti attivi i siti produttivi rimasti sul territorio, difendendo  le eccellenze di produzione, puntando a svilupparne di nuove, tutelando i posti di lavoro ed in particolare mantenendo sul territorio l’impiego dei lavoratori qualificati e super specializzati, definendo con un piano industriale e del territorio pluriennale le prospettive occupazionali e stabili soprattutto anche  per i giovani, salvaguardando diritti e condizioni di vita.
Il governo Monti, invece di pensare allo smantellamento dell’art. 18 e degli altri diritti dei lavoratori, pensi a fermare questi processi distruttivi e dia lavoro, blocchi le delocalizzazioni, metta in campo investimenti e un piano industriale vero. Chiediamo lavoro, reddito e occupazione non precaria, Diciamo no a questo governo che ci fa strangolare dalle politiche dei banchieri e della trappola del d

 Comitato no debito
Comitato N

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