Continuano
a smantellare in Lombardia uno dei siti produttivi e di ricerca hi-tech Ancora un pesante attacco
all’occupazione nel Vimercatese e in Brianza DOBBIAMO FERMARLI !!!!
Con la decisione dell’Alcatel
di sopprimere 490 posti di lavoro, continua
la deindustrializzazione dell’area produttiva brianzola in particolare
distruggono l’eccellenza hi-tech dalla ITC all’elettronica di consumo ecc. Hanno
cominciato anni addietro con la chiusura della Siemens, proseguendo con Celestica, IBM, Bames, Sem, ST Microeletronics
, Yamaha, Nilstar, Candy, ecc. ecc.
La globalizzazione ha distrutto migliaia di posti di lavoro
tramite un processo di delocalizzazione che ha visto spostare la produzione in
altre aree dell’Europa e del mondo; processi che nonostante la crisi, avvengono
ogni giorno alla faccia degli impegni che il governo delle banche dice di voler
prendere.
Migliaia di posti di lavoro persi, anche super
specializzati, distruggendo così un patrimonio di conoscenza e di ricchezza del
territorio, del sistema produttivo italiano, favorendo la fuga di cervelli e
tecnologie italiane.
Ad esempio a Bartolini è stato affidato il compito di
distruggere l’impresa del territorio, una volta detta anche la Silicon Valley italiana per il prestigio industriale che
rivestiva.
Oggi speculazione edilizia e alcuni magazzini di smistamento,
sostituiscono in zona l’eccellenza produttiva.
Migliaia di
lavoratori in cassa integrazione, prepensionamenti forzati e pagati da noi
cittadini, mentre il futuro dei giovani si fa sempre più precario e in cerca di
un lavoro che non c’è. Questo è il quadro della Brianza che i governanti
succedutisi in molti anni hanno lasciato.
La responsabilità del sindacato confederale è di avere
assecondato questi processi, pensando che fossero marginali. Le lotte, pur
importanti, per la cassa integrazione al fine di dare una risposta immediata ai lavoratori, non
hanno dato i frutti sperati perché siamo
di fronte alla distruzione del patrimonio produttivo con conseguente
impoverimento del territorio perché senza produzione alla lunga non c’è
ricchezza diffusa e redistribuzione del reddito.
E’ necessario invertire il senso delle lotte, UNIFICARLE, battendosi decisamente per mantenere il lavoro, impedendo le
delocalizzazioni e la chiusura delle
aziende, riconvertendo se necessario produzioni e riqualificando le industrie e
i lavoratori verso nuove produzioni, saldando ricerca, università, scuola,
industrie, trasporti e servizi per fare della Brianza un vero polo di
eccellenza produttivo in Europa.
Aprire immediatamente
un tavolo in Brianza (altrimenti a che serve la recente costituzione della
Provincia? Anche la Regione vi deve concorrere) con la partecipazione attiva dei lavoratori, per definire proposte
concrete di rilancio produttivo e reinsediamento industriale, rifuggendo da
illusorie scorciatoie di speculazione immobiliare che sono la strada che porta
alla crisi come ha dimostrato la recente storia della pesantissima crisi in
corso che è partita proprio dall’esplosione di una bolla immobiliare.
Da subito, vanno mantenuti attivi i siti produttivi rimasti sul
territorio, difendendo le eccellenze di
produzione, puntando a svilupparne di nuove, tutelando i posti di lavoro ed in
particolare mantenendo sul territorio l’impiego dei lavoratori qualificati e
super specializzati, definendo con un piano industriale e del territorio
pluriennale le prospettive occupazionali e stabili soprattutto anche per i giovani, salvaguardando diritti e
condizioni di vita.
Il governo Monti, invece di pensare allo smantellamento dell’art.
18 e degli altri diritti dei lavoratori, pensi a fermare questi processi distruttivi e dia lavoro, blocchi le delocalizzazioni, metta
in campo investimenti e un piano industriale vero. Chiediamo lavoro, reddito e occupazione non precaria, Diciamo no a
questo governo che ci fa strangolare dalle politiche dei banchieri e della
trappola del d
Comitato no debito |
Nessun commento:
Posta un commento