mercoledì 22 febbraio 2012

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tornatesufacebook, Twitter in crisi di crescita? 

#tornatesufacebook, Twitter in crisi di crescita?
© PETER MACDIARMID/GETTY IMAGES NEWS
Più che di una guerra tra social network, come titola la maggiorparte dei quotidiani, si tratta di uno scontro tra utenti di Twitter. Meglio, dello scontro tra due visioni differenti. Nella lista degli argomenti caldi del social network più in voga del momento è salito di prepotenza quello che può essere considerato un "caloroso invito" a migrare nuovamente su Facebook rivolto ai neofiti di Twitter.
In Italia l'uccellino ha fatto il boom negli ultimi mesi del 2011, in gran ritardo rispetto ad altri paesi e sotto la spinta dei tanti personaggi famosi (dello sport, dello spettacolo e soprattutto della tv) che hanno scoperto Twitter. Quando il grande pubblico ha cominciato ad "invadere" le timeline, riportando le dinamiche tipiche del "vecchio" Facebook, la discussione sul passaggio di Twitter da oggetto di nicchia a social media mainstream si è aperta. E una volta chiarite bene le differenze, via al dibattito. Da qualche mese a questa parte è normale assistere a scambi di opinioni a proposito della vacuità dei TT, della smania dei vip (o presunti tali) di mettersi in mostra a tutti i costi e delle loro gaffes.
Da una parte c'è un manipolo di pionieri che considera Twitter un luogo di confronto animato da logiche molto più smart di quelle tipiche di Facebook e che non vede di buon occhio la "colonizzazione" da parte del grande pubblico. Dall'altra un buon numero di tweeps che non approva assolutamente l'invito a tornare su Facebook e tutta la satira (al sapore snob) collegata. A questi poi si aggiungono quelli che considerano sbagliato ridurre il social network di Zuckerberg ad un forum per utenti di secondo livello. Qualcuno se ne è già andato, non per tornare su Facebook ma per provare nuove piattaforme, qualcun altro resta su Twitter ma riduce al minimo le sue attività, infastidito dall'invasione dei neofiti.
Quello che è certo è che nei prossimi mesi la discussione continuerà, e che i giornali continueranno a parlarne.

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