mercoledì 14 marzo 2012

Frode fiscale

FRODE FISCALE DA 100 MLN DECINE DI PERQUISIZIONI

PALERMO - Decine di perquisizioni sono in corso in Italia, Spagna, Lussemburgo, Polonia, Finlandia, Dubai e Monaco nell'ambito di un'indagine internazionale su una frode fiscale e un maxiriciclaggio di oltre 100 milioni di euro. L'inchiesta e' coordinata dall'autorita' giudiziaria olandese e coinvolge societa' di vari Paesi europei.
Avrebbero simulato l'acquisito di sei navi dalla Corea del Sud per fatturare costi mai sostenuti e detrarre dal fisco oltre 20 milioni di euro: per riciclaggio, frode fiscale, dichiarazione fraudolenta e utilizzo di fatture inesistenti sono indagati gli armatori palermitani Barbaro coinvolti in una più ampia inchiesta internazionale partita dall'Olanda e coordinata a livello europeo dall'agenzia dell'Ue Eurojust. Nel registro degli indagati della Procura di Palermo - una delle procure italiane che indaga sulla frode - sono stati iscritti Pietro Barbaro, la figlia Federica e due familiari, Giovanni e Alfredo Barbaro. La truffa avrebbe fatto intascare alla famiglia degli armatori oltre 20 milioni di euro. Secondo indiscrezioni, la società palermitana, come le altre italiane e quelle degli altri Paesi europei coinvolti, si sarebbe rivolta a due esperti di finanza olandesi che vendevano false fatture in cambio di una percentuale sui soldi rimborsati dal fisco o risparmiati grazie alle false spese. In tutto la maxi-frode ammonterebbe a oltre 100 milioni di euro. Il Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza ha eseguito a Palermo e Roma diverse perquisizioni in uffici e abitazioni dei Barbaro. L'inchiesta a Palermo è coordinata dal procuratore Francesco Messineo e dal pm Geri Ferrara. Tra le indagate - in Italia sono coinvolte società di Roma, Milano, Cagliari, Genova, Bologna e Prato - le aziende palermitane sono quelle che avrebbero conseguito il maggior ricavo illecito. Nove le Procure della Repubblica italiane impegnate nell'inchiesta che si è avvalsa di rogatorie internazionali in alcuni paradisi fiscali sedi delle società coinvolte nella frode e in cui sarebbe stato depositato il denaro: la Svizzera, il Principato di Monaco, il Lussemburgo e Dubai.

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