lunedì 12 marzo 2012

Politici e auto blu: la classifica in chilometri


Politici e auto blu: la classifica in chilometri


Se si dovessero sommare tutti i chilometri macinati dalle auto blu dei politici nell'ultimo anno verrebbe fuori circa un quinto della circonferenza della Terra. La Pubblica Amministrazione ha divulgato i dati che riguardano l'utilizzo delle auto blu a disposizione dei politici: il risultato è una classifica dei primi quindici "viaggiatori" e dei chilometri che hanno percorso nell'ultimo anno. Si parte con Gianfranco Fini, il quale avrebbe dichiarato di possedere due auto blu a sua completa disposizione, con cui ha percorso 48.138 km in un anno. Una media di 132 chilometri al giorno, festivi inclusi. Sono cifre importanti, che insinuano il dubbio sull'utilizzo pubblico che il presidente della Camera dei deputati avrebbe fatto del mezzo.


Ma Fini non è il caso più eclatante, come dimostrano le cifre riguardanti il sindaco de L'Aquila, Massimo Cialente: 250mila chilometri in un anno. Partendo dal presupposto che causa terremoto il sindaco si sia mosso in più occasioni per recarsi a Roma e che il capoluogo abruzzese non è dotato di aeroporto e che la rete ferroviaria, in generale nella ragione, è pressoché assente, facendo quindi tutte queste doverose premesse, i chilometri percorsi rimangono davvero molti. Ma è contemplato il beneficio del dubbio su questi dati o la fedeltà dei dati è inappuntabile? Libero parla di numerose correzioni già apportate dal Formez, poiché pare che i questionari dalle amministrazioni pubbliche siano stati compilati erroneamente in diversi punti.


Giuseppe Scopellitti, presidente della regione Calabria, figura al secondo posto con "soli" 136.800 chilometri, seguito dal leghista Luca Zaia, presidente del Veneto con 7 beneficiari dei mezzi (lui più altri sei assessori), con 86.070 chilometri. E poi a seguire dai 72.500 ai 46.267 chilometri, i politici che utilizzano maggiormente le auto blu sono sempre sindaci o presidenti di Regioni. Un bel tiro mancino alle casse pubbliche, su cui il Governo Monti sta lavorando per tagliare le spese superflue e riportare in positivo il bilancio del paese. Senza contare che mancano all'appello i presidenti delle regioni Lazio, Puglia, Umbria e Toscana. Questa volta, quindi, lo scandalo è trasversale e non riguarda solo il Governo Berlusconi (come nel caso dei consulenti): un motivo in più per preoccuparsi dei dati divulgati e dei soldi pubblici mancanti.

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