lunedì 2 aprile 2012

Romanzo di una strage, al cinema il film di Marco Tullio Giordana sulla strage di Piazza Fontana


Romanzo di una strage, al cinema il film di Marco Tullio Giordana sulla strage di Piazza Fontana

Romanzo di una strage arriva nelle sale italiane per raccontare, a 43 anni di distanza, una delle pagine più nere della storia italiana: la strage di Piazza Fontana
Regista del film è Marco Tullio Giordana che sceglie di raccontare quella verità lasciata intravvedere da Pier Paolo Pasolini che nel suo celebre articolo Io so, pubblicato sul Corriere della Sera nel novembre 1974, affermava di conoscere i nomi dei mandanti della strage ma di non averne le prove.
Giordana ricostruisce con grande accuratezza i dolorosi fatti di quel 12 Dicembre 1969, quando nella Banca Nazionale dell'Agricoltura morirono diciassette persone e altre ottantotto restarono gravemente ferite. 
"Quattro uomini giusti che condividevano, da posizioni diverse, una stessa grande spinta etica", dice Giordana parlando dei quattro personaggi chiave: Giuseppe Pinelli (Pierfrancesco Favino), Luigi Calabresi (Valerio Mastandrea), Aldo Moro (Fabrizio Gifuni) e il giornalista Marco Nozza (Thomas Trabacchi). 
Ai familiari delle vittime di Piazza Fontana è stata riservata una proiezione in anteprima. E Carlo Arnoldi, il presidente dell'Associazione vittime di Paizza Fontana ha commentato: 
"Il film racconta semplicemente la verità e cioé che l'attentato fu opera degli ordinovisti veneti".
Qualche critica arriva dal figlio del Commissario Calabresi, che spiega come il film ometta la campagna di Lotta Comunista contro il padre. Giordana però ha replicato: 
"Questo film renderà evidente a tutti che Calabresi non ere in quella stanza. Il film è su Piazza Fontana, mi sembra che sia equanime nel raccontare cosa succede ai personaggi. [...] Quando ero ragazzo [Calabresi] venne nella mia scuola che avevamo occupato. Era una persona colta e non violenta. Di poliziotti ne ho conosciuti diversi dopo, mai nessuno come lui. Durante gli interrogatori gli schiaffi non volavano se c’era dentro lui, ed è per questo che credo sia vero non fosse nella stanza quando Pinelli è morto. Non lo so come sono andate davvero le cose lì dentro, posso solo fare supposizioni che per me sono verosimili: di certo Pinelli non si è suicidato e non è caduto per caso"
E poi conclude: 
"Piazza Fontana non può più essere un punto interrogativo, specie per i giovani che hanno il diritto di sapere. Un film serve a spiegare la storia e la verità, con gli strumenti della letteratura, del cinema, dell’arte, non di quelli della politica".

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