mercoledì 16 maggio 2012

Che bravi Saviano e Fazio


Saviano secondo atto, parole di mafia tra donne del clan, da "zio" a "norma"

TELEVISIONE - Continua il viaggio dello scrittore in diretta da Torino insieme a Fabio Fazio, Luciana Littizzetto ed Elisa. In studio dalle Officine Grandi Riparazioni anche Elio Germano, Guccini, Raffaele La Capria, Ettore Scola, Rocco Papaleo, Nicola Piovani, Paolo Rumiz, Salvatore Settis e Massimo Gramellini
TORINO - Su Twitter Saviano oggi aveva ringraziato: "Un risultato pazzesco. Incredibile che tante persone abbiano voluto difendere una tv fatta di parole". Ma le parole contano e in un'epoca come questa fatta di frasi fatte, possono riprendere forza, un suono importante. Che gli ascolti della prima puntata di Quello che (non) ho  hanno dimostrato. Ieri 3 milioni di telespettatori (3.036.388), pari al 12,66% di share, si sono seduti ad ascoltare Fabio Fazio e Roberto Saviano in onda dalle Officine Grandi Riparazioni di Torino. Poi sono diventati 4.156.000 durante l'intervento di Luciana Littizzetto. E sono rimasti, tutti, davanti alle parole, fino alla fine del programma.

Seconda puntata, parole nuove. Ci sono quelle comuni, poi ci sono quelle in codice. Stesse lettere per scopi differenti. Come i termini che la mafia usa per comunicare. Da 'zio' a 'norma'. E all'esegesi dei
codici mafiosi è dedicato il primo monologo di Roberto Saviano. Codici che servono per scambiarsi informazioni, ordini che restano impuniti, senza lasciar traccia o diventare prova di reato. Sono le parole che tutti hanno, solo viste dall'altro lato della luna, in un mondo parallelo e potente dove il significato muta. Parole e codici che conoscono anche le donne dei clan. Anche, soprattutto, quelle tra loro che si ribellano alle leggi e decidono di collaborare con la giustizia. 

Le prime parole sono quelle che escono da una lettera letta da Elio Germano e indirizzata in carcere al boss camorrista Michele Zagaria. Boss. Prima parola. "Caro Zio, so che hai cose molto più importanti di stare ad ascoltare me ma penso che anche questa piccola soddisfazione può aiutarti ad affrontare questo momento di ingiustizia che ti opprime e sai che mi è difficile parlare con te. Gli amici partono per le vacanze e si sono portati la conserva fatta in casa e ti salutano tanto - si legge nel testo -. Al mercato hanno riempito la macchina di frutta fresca e dovevi vederli che sembravano Totò a Milano. Ci siamo fatti molte risate ma poi il nostro pensiero si è subito rabbuiato pensando che non sei a casa a goderti queste piccole scene".

 "Le organizzazioni criminali - spiega Saviano - hanno saccheggiato le nostre parole, come onore, famiglia, amico, parole magnifiche, mascherate come sinonimi di segmenti militari, organizzazioni, strutture. Nella società di Twitter e Facebook sembra impensabile che le organizzazioni possano ancora utilizzare pizzini o meccanismi di questo tipo, ma la cosa più grave è che a parole mascherate corrispondono società mascherate. Partire da qui, dalla lettera inviata in un carcere è un modo per salvare la parola. L'unico modo per rompere il rapporto tra potere e cultura criminale è tornare a nominare le cose come sono, dire le cose come sono. Difendendo la parola - sottolinea l'autore di Gomorra - sono fermamente convinto che difenderemo anche il nostro territorio".

Parole come legami, parole negate. Parole chiuse dentro. E nelle ex officine delle locomotive difettose, arrivano ospiti con in comune una sola privazione, la libertà. E arrivano con la scorta. Perché l'Italia è uno dei Paesi occidentali con il più alto numero di giornalisti, scrittori, imprenditori sotto scorta. "Paghiamo 10 persone per far passeggiare Saviano", scrivono su Twitter (#qchenonh) dalla redazione del programma.

Tra gli ospiti Francesco Guccini, Raffaele La Capria, Paolo Giordano, Ettore Scola, Rocco Papaleo, Nicola Piovani, Paolo Rumiz, Salvatore Settis e Massimo Gramellini. Mentre Elisa canterà "One" degli U2 e "Bridge over troubled water" di Paul Simon nella versione che nel 2001 regalò al tributo degli eroi dopo l'attacco alle torri gemelle di New York. Capossela invece ha scelto di eseguire "Quello che non ho".

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