mercoledì 6 giugno 2012

Rinnovabili/il solito gioco delle lobby all'italiana


Rinnovabili: la Ue boccia il decreto italiano sugli incentivi

5 giugno 2012
La Commissione europea ha inviato una lettera di richiamo all’Italia in cui critica duramente il nuovo decreto del ministero dello Sviluppo Economico che riforma il sistema di incentivi per le energie rinnovabili.

Le nuove norme che impone il decreto, in discussione domani 6 giugno alla riunione Stato-Regioni, renderanno ”molto difficile, se non impossibile, per i produttori indipendenti accedere al finanziamento dei propri progetti”, ha scritto l’esecutivo comunitario nella missiva.
La preoccupazione, fa notare Bruxelles, cresce se si tiene conto del ”clima finanziario  difficile” in Italia.
Aggiunge infatti l’Ue: ”L’obbligo di registrare i progetti con una capacità superiore ai 12 chilowatt per il fotovoltaico e ai 50 chilowatt per altri progetti di tecnologie di produzione di elettricità rinnovabile potrebbe funzionare come un deterrente capace di paralizzare proprio il segmento di mercato di piccola scala che la riforma mira a rendere prioritario”.
Bruxelles insiste, inoltre,  sulla necessità di predisporre ”periodi di transizione più lunghi di quelli attualmente previsti” al fine di ”accompagnare l’adattamento del mercato ai nuovi sistemi d’incentivi e proteggere gli investimenti esistenti”, considerando anche che ”le procedure d’attuazione dei nuovi meccanismi d’asta non sono ancora stati definiti”.
Infine, scrive ancora la Commissione, non sono stati adottati “i sistemi di sostegno per le fonti rinnovabili nel settore del riscaldamento e raffreddamento”. Questo deve avvenire tempestivamente, cosi come è necessaria una “chiarezza sulla continuazione” del sistema di sostegno ai progetti di efficienza energetica e “la definizione degli obiettivi per il 2020 del sistema di certificati bianchi”.
Per Ermete Realacci, responsabile green economy del Pd, ”il richiamo che arriva all’Italia dalla Commissione Europea sul decreto rinnovabili è “sacrosanto”. “Bisogna accogliere anche le proposte che arrivano dalle regioni per migliorare il provvedimento che così come è rischia di bloccare il settore con inutili e vessatori appesantimenti burocratici”, commenta Realacci.
Dura anche la replica del presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza, che dichiara: “occorre rivedere subito l’impianto del decreto, per dare una prospettiva di sviluppo a lungo termine alle fonti pulite e tagliare le emissioni di CO2”. Per il Presidente si tratta, infatti, di ”una vera e propria bocciatura su un terreno, quello delle politiche energetiche per contrastare i cambiamenti climatici e della semplificazione, che da anni rappresenta un cavallo di battaglia per l’Unione”.

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