mercoledì 17 ottobre 2012

Corruzione, guai per la Cdo Bergamo, accusa di tangenti per il braccio economico di Cl.


Corruzione, guai per la Cdo

Bergamo, accusa di tangenti per il braccio economico di Cl.



Non solo sanità.
Lo scandalo che ha colpito la Regione Lombardia si è allargato al settore rifiuti.
Il giorno della resa del Celeste, è stato reso noto che due esponenti della Compagnia delle Opere di Bergamo, il braccio economico di Counione e liberazione, sono indagati per corruzione.
DISCARICA A CREMONA. La Guardia di finanza di Milano ha perquisito gli uffici di Rossano Breno, presidente della Compagnia delle Opere di Bergano, e dell'allora suo vice, Luigi Brambilla, nell'ambito dell'inchiesta sul caso Nicoli Cristiani.
Le perquisizioni delle Fiamme gialle sono state disposte dal procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo e dai pm Paolo Filippini e Antonio D'Alessio nell'ambito dell'inchiesta sull'ex assessore Franco Nicoli Cristiani.
MAZZETTA PER SMALTIRE AMIANTO. Quest'ultimo, secondo gli inquirenti, avrebbe intascato una mazzetta da 100 mila euro, versata dall'imprenditore Pierluca Locatelli per ottenere il via libera nella trasformazione della discarica di Cappella Cantone (Cremona) in discarica di amianto.

Delibera della Regione Lombardia sospetta. Mai apparsa nel bollettino

Fu lo stesso Roberto Formigoni a firmare il 20 aprile 2011 la delibera della giunta regionale che dava il via all'imprenditore Pierluca Locatelli per l'apertura della discarica di amianto a Cappella Cantone.
Locatelli è finito in carcere a novembre 2011 insieme all'assessore regionale Franco Nicoli Cristiani.
All'origine dei nuovi sviluppi dell'inchiesta ci sarebbero dichiarazioni rese a verbale dallo stesso Locatelli.
SOLDI IN CAMBIO DEI LAVORI.Nonostante l'opposizione della Provincia di Cremona, preoccupata dal rischio di inquinamento delle falde acquifere, la delibera regionale aveva sbloccato l'apertura della discarica.
Mai apparsa nel bollettino della Regione Lombardia, la delibera era stata proposta dallo stesso presidente della giunta regionale Roberto Formigoni dopo che, nel 2007, Locatelli aveva chiesto l'autorizzazione.
PUBBLICATO SOLO TITOLO. In una nota, la Regione Lombardia ha fatto sapere che «la norma prevede che sul Bollettino ufficiale della Regione Lombardia si pubblichi il testo delle delibere (direttive, circolari, ecc.) che hanno diretta rilevanza per cittadini o comunque per soggetti esterni alla Regione e che invece si pubblichi solo il titolo quando si tratta di un atto di indirizzo interno all'Amministrazione. La delibera su Cappella Cantone è appunto una delibera di indirizzo interno, per cui è regolare la pubblicazione del solo titolo. D'altra parte», ha concluso la nota regionale «pubblicando il titolo non si lede nessuna norma di trasparenza, in quanto l'argomento viene reso noto ed è possibile fare richiesta di accesso all'intero atto».

I vertici della Cdo sarebbero i mediatori di Locatelli presso la Regione Lombardia 


Gli sviluppi dell'inchiesta hanno portato a indagare l'attività di Breno e Brambilla, accusati di corruzione in concorso con Nicoli Cristiani, Locatelli e altre persone in quanto avrebbero preteso e ottenuto dall'imprenditore bergamasco una somma di denaro consistente e altre 'utilità'.
In particolare sarebbero emersi lavori gratuiti per costruire una scuola di Cl, sempre in provincia di Bergamo.
DIRETTO COINVOLGIMENTO. Nel decreto di perquisizione la procura ha scritto che gli amministratori della Regione Lombardia avrebbero favorito «con atti contrari ai doveri d'ufficio» gli interessi dell'imprenditore Pierluca Locatelli.
Nella vicenda, si legge, ci sarebbe un «diretto coinvolgimento» dei vertici della Compagnia delle Opere di Bergamo.
Il presidente della Compagnia delle Opere di Bergamo, Rossano Breno, e l'allora vicepresidente, Luigi Brambilla, avrebbero agito come «mediatori presso i pubblici ufficiali della Regione Lombardia» nell'ambito dei presunti accordi corruttivi stretti con l'imprenditore bergamasco Pierluca Locatelli, che avrebbe ottenuto una «autorizzazione regionale per l'apertura di una discarica di amianto» nel Cremonese.
DOCUMENTI PER GIUSTIFICARE VERSAMENTI. Secondo l'accusa, Breno e Brambilla avrebbero utilizzato gli uffici delle loro società Mediberg srl e Custodia srl per stringere «accordi criminosi» con Locatelli e per «emettere documentazione contabile e contrattuale» che sarebbe poi servita a giustificare il presunto versamento delle mazzette da parte dell'imprenditore anche attraverso denaro contante.
Nell'ambito di questi presunti accordi corruttivi Breno e Brambilla avrebbero agito quali mediatori presso i pubblici ufficiali della Regione Lombardi

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