venerdì 12 ottobre 2012

D'alema è come la chiesa,CINQUANT' ANNI DOPO IL VATICANO II, CRESCE LA DISTANZA TRA LA CHIESA E LA SOCIETÀ


CINQUANT' ANNI DOPO IL VATICANO II, CRESCE LA DISTANZA TRA LA CHIESA E LA SOCIETÀ


Sinodo Vescovi

' 11 ottobre 1962 si apriva, per tre anni, il più grande forum di discussione mai organizzato nella storia della Chiesa cattolica tra più di 2000 vescovi venuti da tutto il mondo. Mentre la Chiesa festeggia il cinquantesimo anniversario del Vaticano II, moltiplicando i dibattiti per approfondire i testi fondatori di quel concilio destinato a rinnovare le relazioni tra il mondo moderno e la Chiesa, un nuovo sondaggio pubblicato giovedì 11 ottobre dal quotidiano La Croix, mostra la distanza crescente tra l'istituzione cattolica e la società francese.
In cinquant'anni la pratica religiosa dei cattolici è crollata ed è aumentata la distanza tra i praticanti e il resto della popolazione. La constatazione non è nuova, ma il sondaggio IFOP la illustra in maniera particolarmente evidente. 
Prima del Vaticano II, che ha modernizzato il culto sopprimendo la messa in latino, il 35% delle persone interrogate si recava in chiesa tutte le domeniche. Oggi, questa tradizione è mantenuta solo dal 6% dei francesi battezzati, solo dall'1% di coloro che hanno tra i 25 e i 34 anni e il 15% di coloro che hanno più di 65 anni. Segno di un distacco stabile dall'istituzione, la proporzione di coloro che non ci vanno mai è passata dal 32% al 66%.
Nel 1961, il 92% dei francesi era battezzato e solo il 5% di loro non intendeva far battezzare i figli.
Oggi, l'80% dice ancora di essere battezzato, ma il 25% di loro non ha intenzione di trasmettere questa eredità ai figli. Al di sotto dei 35 anni, è ancora inferiore la proporzione di chi si dichiara non battezzato (68%) e superiore (30%) quella di chi dichiara di non desiderare di battezzare i figli.
Secondo la Conferenza episcopale francese, in ogni fascia di età, ad essere battezzato è il 35% dei bambini, ma solo il 6% chiede la cresima.
La percezione della Chiesa è cambiata. Sono meno numerosi oggi i Francesi, rispetto a cinquant'anni fa, a ritenere che l'istituzione conservi un ruolo di “guardiano della morale” (59% nel 1961, 40% oggi) o “dell'ordine e delle buone tradizioni” (44% contro il 30% oggi). Invece, come nel 1961, il 25% dei francesi pensa che la Chiesa svolga un ruolo nella “lotta contro la miseria e per la fraternità”.
Ma persiste un'enorme differenza di apprezzamento tra praticanti e non praticanti sul ruolo politico che può svolgere la Chiesa. Una distanza mostrata chiaramente dal dibattito sull'apertura del matrimonio alle coppie omosessuali. L'83% dei francesi rifiuta l'idea di qualsiasi intervento politico della Chiesa, mentre il 65% dei praticanti regolari pensa l'opposto.
Gli insegnamenti tratti da questo sondaggio valgono per la Francia, ma è certo la Chiesa nel suo insieme ad essere toccata dagli effetti dello “tsunami della secolarizzazione”, secondo le parole usate recentemente dai responsabili del Vaticano. Il cinquantesimo anniversario del Vaticano II coincide infatti con un sinodo, che durerà fino al 28 ottobre, dedicato alla “nuova evangelizzazione”, una riflessione mondiale condotta da 260 vescovi per tentare di dare delle risposte a quella che Roma chiama “l'apostasia silenziosa” dei cattolici.
Mercoledì, papa Benedetto XVI ha parlato di “fatica del cristianesimo” precedente il Vaticano II e ricordato come “i documenti del Concilio Vaticano II sono anche per il nostro tempo, una bussola che permette alla nave della Chiesa di procedere in mare aperto, in mezzo a tempeste o ad onde calme e tranquille”.

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