giovedì 11 ottobre 2012

Le mani della ‘Ndrangheta sull’Expo di Milano

Le mani della ‘Ndrangheta sull’Expo di Milano



È così che si è ridotta la Lombardia, dove, solo tre anni fa, si discettava sull’esistenza o meno di una criminalità organizzata paragonabile a quelle che spadroneggiano nelle regioni del Sud. Già diverse indagini avevano mostrato l’esistenza di gruppi, per lo più calabresi — ma anche siciliani, in particolare gelesi, o campani — capaci di condizionare appalti e vita sociale in terra padana. L’operazione “Infinito”, poi, nel luglio del 2010, mostra la capillare presenza dei clan in un’area fino ad allora descritta dalla retorica leghista come soggetta solo alla microcriminalità straniera: gli affiliati alla ’ndrangheta, rivelano le indagini, sono oltre 500, distribuiti in sedici “locali”, cellule territoriali, ognuna con il suo capo. Una nuova mafia di gente nata e cresciuta in Brianza o a Milano che però coltiva le sue radici a Locri o ad Africo.



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