mercoledì 28 marzo 2012

Che Matto!!!!Anzi che coraggio


Sull'Everest in bici, l'ex inviato di Striscia tenta l'impresa. Ma il Cai di Bergamo non ci sta

Sull'Everest in bici, l'ex inviato di Striscia tenta l'impresa. Ma il Cai di Bergamo non ci sta
© Vittorio Zunino Celotto/Getty Images News
La pazza idea di Vittorio Brumotti si appresta a diventare realtà. Il muscolato ex inviato di Striscia la Notizia (già campione di bike trial nel 2006) è partito per Katmandu, da dove partirà l'avventura che dovrebbe portarlo in vetta all'Everest in sella alla sua bicicletta. Brumotti si prepara da oltre un anno all'impresa, si è allenato sui monti della Valtellina ed in Kirghizistan. Al suo fianco l'alpinista bergamasco Simone Moro, che lo ha aiutato nella preparazione e che lo seguirà in Nepal.
Dopo il trasferimento a Lukla (2.800 metri di altezza) Brumotti comincerà a percorrere il lungo percorso che porta al campo base dell'Everest utilizzando una speciale bici chiodata, che nei punti più impervi trasporterà in spalla. Una volta raggiunto l'Island Peak (6.200 m) comincerà la parte più impegnativa, oltre alla carenza di ossigeno il biker dovrà affrontare la temibile Ice Fall, un ghiacciaio in continuo movimento che lo condurrà verso la vetta. Tra gli obiettivi del 32enne ligure c'è anche quello di effettuare il maggior numero di salti sulla ruota posteriore una volta raggiunti gli 8848 metri della cima.
L'idea di Brumotti non è stata presa bene dal Club Alpino Italiano, che ha criticato l'impresa. Nel corso dell'assemblea generale della sezione bergamasca del Cai di sabato 24 marzo il presidente Piermario Marcolin ha espresso il proprio disappunto facendo proprio un editoriale pubblicato su Terzotempomagazine intitolato "La montagna presa in giro":
"Premesso che la Montagna è e deve rimanere il terreno pulito e fecondo per la libertà di pensiero, azione e sogno per ciascuno, la spedizione all'Everest del campione di bike trial Brumotti avrà sicuramente una veste spettacolare, grazie alla presenza costante di cineoperatori al seguito, ma rischia certamente di banalizzare il significato stesso dell'approccio all'inerpicata sul Tetto del Mondo. Dietro ogni spedizione sugli Ottomila, come pure alla conquista delle cime più aspre e difficili, è sostenuto da una profonda componente umana che fa dell'alpinismo una scuola di vita. Infondere l'idea che si possano fare acrobazie laddove, in altre circostanze, la fatica dell'uomo accompagna il cammino lungo i campi base, appare obiettivamente fuorviante"
A suscitare il disappunto del Cai è soprattutto il fatto che alla spedizione prenda parte Simone Moro, bergamasco e hymalaista tra i più esperti al mondo (unico alpinista della storia ad aver scalato tre 8mila in invernale) che seguirà Brumotti in veste di trainer. Intervistato dalla Gazzetta Sportiva, Moro ha dichiarato di non condividere le riflessioni del Cai:
"Scandalo e immoralità? Io non vedo nulla di tutto ciò. Se qualcuno vuole il suo Everest selvaggio, sacro e tutto per sé, basta che ci vada in inverno, o durante i monsoni o per le pareti e le vie più difficili senza proibire agli altri di andarci e agli sherpa di guadagnarsi da vivere. Le Dolomiti sono un esempio dove da sempre condividono business e ambiente, non è con i divieti e le riserve che si salva la montagna".

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