mercoledì 28 marzo 2012

Il 2020 sarà l'anno delle applicazioni, lo studio sul futuro della Rete di Pew Research Center Project © EMMANUEL DUNAND/AFP APPROFONDISCI: THE FUTURE OF APPS AND WEB


Il 2020 sarà l'anno delle applicazioni, lo studio sul futuro della Rete di Pew Research Center Project

Il 2020 sarà l'anno delle applicazioni, lo studio sul futuro della Rete di Pew Research Center Project
© EMMANUEL DUNAND/AFP
Entro il 2020 Internet rischia di essere meno aperto. È l'avvertimento del Pew Research Center Project che ha condotto uno studio sul futuro della Rete raccogliendo le opinioni degli esperti.
Dati dati raccolti emerge che il Cloud computing e HTML5 ridisigneranno la Rete del futuro, ma sarà la convergenza di Web e app, grazie alla quinta generazione dell'Html, a modificare radicalmente lo scenario.
Per il 35% degli intervistati infatti "nel 2020, il grosso degli utenti preferirà usare applicazioni accessibili online per realizzare la maggior parte delle proprie attività come il lavoro, il gioco, la comunicazione o la creazione di contenuti" mentre il 59% degli intervistati si continuerà a preferire il Web.
Nonostante la discrepanza, sottolineano gli analisti di Pew, resta la forte preoccupazione di molto esperti ICT:
"Invece di avere dei 'Couch Potatoes', avremo degli 'App Potatoes'" ha commentatoGiacomo Mazzone, Direttore Audit Strategico della European Broadcasting Union. “Il modello basato sulle apps di Amazon, Apple e Google - ha sottolineato Mazzone – ridurrà l'importanza e l'utilità di un internet aperto. Ci sarà un nuovo digital divide tra quelli che preferiscono le applicazioni 'ready-made' e quelli che invece cercano per conto loro la soluzione più adatta alle loro esigenze"
In questo scenario, tra cinque anni, sette al massimo, il browser non sarà più il sistema più usato per accedere a Internet e le app dunque la faranno da padrone, con grande vantaggio dei fornitori e degli sviluppatori e di quegli utenti che cercano un'esperienza di navigazione più ricca.
Jeff Jarvis, blogger e professore all'Università di New York, sostiene che:
"Il browser, o un suo epigono, continuerà ad avere vantaggi rispetto alle app. È collegato alla Rete intera ed offre piena interoperabilità, lasciando all'utente più potere rispetto a sviluppatori o editori"
Sul fronte opposto si schiera chi è convinto della prossima vittoria delle app e punta sulla facilità di utilizzo e sulla spinta proprio degli imprenditori e degli editori che ne intravedono un mezzo e un'opportunità per riprendere il controllo dei contenuti.

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