martedì 3 aprile 2012

Mare del Nord: sventato il pericolo di esplosione sulla piattaforma Elgin di Total?


Mare del Nord: sventato il pericolo di esplosione sulla piattaforma Elgin di Total?

Lo scorso agosto, una falla sulla piattaforma petrolifera Gannett Alpha, di proprietà di Shell, fece precipitare la Scozia nell'incubo del disastro ambientale: secondo le stime furono circa 1.300 i barili di greggio riversatisi in mare e, secondo gli esperti, si trattò del più grave incidente accaduto nel Mare del Nord dal 2000. 
Ora però il Regno Unito torna a guardare con timore al largo della costa scozzese diAberdeen, dove a 240 km dalla costa si trova Elgin, la piattaforma per l'estrazione di gas combustibili, di proprietà Total.

Il 25 marzo scorso un'improvvisa una fuga di gas sottomarina ha richiesto l'evacuazione del personale per il rischio di esplosione. Nessuno però, era rimasto sulla struttura per cercare di chiudere la falla e l'unica speranza era quella che si spegnesse da sola, fatto che poi si è verificato il 31 marzo, come dichiarato dai tecnici Total: 
"Abbiamo ricevuto la prima indicazione sullo spegnimento della fiamma alle 12.07 del 30 marzo, attraverso il primo volo di controllo della giornata. Il secondo volo delle 16.36 ha confermato l’avvistamento della mattinata. La conferma è arrivata con il terzo avvistamento delle 8.20 di questa mattina, la fiamma è spenta"
Sebbene sembri sventato il pericolo di un'esplosione, resta alta la guardia sul rischio didisastro ambientale: insieme alle autorità inglesi, la compagna petrolifera francese ha definito "trascurabili" i danni ambientali prodotti dalla fuga di gas e il rischio per l'area e per l'ecosistema marino sarebbe "minimo".
Tuttavia, secondo alcuni esperti la zona sarebbe comunque ad alta infiammabilità, vista la concentrazione di gas nell'area. Per questo motivo Greenpeace ha inviato una squadra per valutare la reale portata dell'incidente e gli ambientalisti hanno eseguito alcuni test sull'aria e sulla qualità dell'acqua.

Nel frattempo, la Total espone il piano per chiudere il pozzo sottomarino, che si trova a 4.000 metri di profondità dal fondale: l'idea sarebbe quella di creare dei pozzi "di sollievo" per creare alla fuga una sorta di bypass in mare. 

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