giovedì 27 dicembre 2012

Monti, leader dei centristi alle elezioni



Il Professore entra in politica e lo annuncia su Twitter. Con lui ci sono Montezemolo, Casini e Riccardi. Verso una lista unica col suo nome.Bersani: «Ora dica da che parte sta».

Nessuna discesa in campo, semmai quella di Mario Monti è una «salita». Sì, perché dopo un'antivigilia di Natale in cui aveva lasciato trapelare parecchi indizi, prima nella conferenza stampa di fine mandato, poi nell'intervista da Lucia Annunziata a In mezz'ora, il professore ha scelto la notte del 25 dicembre per lanciare un messaggio che ha tutta l'aria di essere una vera e propria dichiarazione d'intenti: «Insieme abbiamo salvato l'Italia dal disastro. Ora va rinnovata la politica. Lamentarsi non serve, spendersi sì. 'Saliamo' in politica!», ha scritto dal suo nuovo account Twitter (@SenatoreMonti).
IL SUO NOME PER UNA LISTA. La controcitazione della «discesa» berlusconiana è evidente e tutt'altro che casuale, ed è palese anche una strada che, se non ancora portata a termine, è ormai imboccata, e porta verso le politiche del 24 febbraio.
Il senatore a vita l'ha già spiegato: il suo nome potrebbe non comparire all'interno di una lista, ma in cima a questa sì. Una serie di candidati moderati, centristi e riformisti, selezionati con cura dal Professore, a cui concedere il proprio marchio e quell'agenda già pubblicata su internet.
Un vero e proprio programma elettorale che prosegue e va oltre il lavoro di 13 mesi di governo tecnico.
RISERVA 'QUASI' SCIOLTA. «Insieme ...'Saliamò in politica! #AgendaMonti agenda-monti.it». E insieme con lui ci sarebbero il transfuga democratico Pietro Ichino, Luca Cordero di Montezemolo, Pier Ferdinando Casini, Lorenzo Cesa e Andrea Riccardi. Tutti gli uomini del presidente, tutti quelli che l'hanno convinto a prendere questa decisione, superando incertezze e titubanze che comunque l'hanno accompagnato fino all'ultimo.
Il Professore, secondo quanto riferito da un suo collaboratore, «non ha sciolto definitivamente la riserva», ma «tutto sembra indicare che è quello che farà». Di certo, si sa che Monti starebbe spingendo per una lista unica sia alla Camera sia al Senato.

Le liste le fa il Professore

Al Prof i leader del nuovo centro, sembrano voler delegare tutto: non solo la stesura del programma di governo, ma anche la decisione sulle liste: sul loro numero e sulla loro composizione.
Così presto una nuova fondazione, o più d'una, potrebbe riunire e federare i centristi italiani, anche se su questo punto resta ancora qualcosa da chiarire.«Lui non ha ancora deciso se aderire o meno», hanno infatti avvisato membri del suo entourage, ma tutto fa pensare che la lista Monti si farà.
MONTEZEMOLO PRESTA LA MACCHINA. E potrebbe partire da Italia Futura, il laboratorio di Montezemolo che ha ormai tre anni di impegno civile alle spalle, che era pronto a entrare in politica, e che cederebbe il passo a un progetto più 'alto'.
«Credo sia la soluzione più logica», ha detto uno dei collaboratori del presidente della Ferrari, «del resto Montezemolo ha sempre detto che se Monti fosse sceso, pardon 'salito', in campo, lui avrebbe fatto un passo laterale». Il tutto senza «farsi cannibalizzare, visto che sono tre anni che si lavora a creare il movimento e non possiamo 'regalarlo' così».
UDC: SOPRAVVIVERE O MORIRE. Resta il nodo sul futuro di Casini. Un nodo che non riguarda l'adesione al progetto, ma semmai le sue modalità. Il 27 dicembre è in programma a Roma un incontro tra i collaboratori di Monti e Montezemolo, poi un altro tra lo stesso fondatore di Italia Futura, Casini, Cesa e Riccardi. Monti non è atteso alle due riunioni, perché ancora a Milano. Anche per definire questi dettagli, il 27 dicembre é previsto un incontro fra i più stretti collaboratori di Monti e Montezemolo.
In gioco c'è anche la sopravvivenza dell'Unione di centro, che potrebbe tornare utile soprattutto a Palazzo Madama, per raccattare qualche senatore in più con la complessa legge elettorale in vigore. Altrimenti sarà la fine di un partito, e la nascita di un altro.


Nessuna discesa in campo, semmai quella di Mario Monti è una «salita». Sì, perché dopo un'antivigilia di Natale in cui aveva lasciato trapelare parecchi indizi, prima nella conferenza stampa di fine mandato, poi nell'intervista da Lucia Annunziata a In mezz'ora, il professore ha scelto la notte del 25 dicembre per lanciare un messaggio che ha tutta l'aria di essere una vera e propria dichiarazione d'intenti: «Insieme abbiamo salvato l'Italia dal disastro. Ora va rinnovata la politica. Lamentarsi non serve, spendersi sì. 'Saliamo' in politica!», ha scritto dal suo nuovo account Twitter (@SenatoreMonti).
IL SUO NOME PER UNA LISTA. La controcitazione della «discesa» berlusconiana è evidente e tutt'altro che casuale, ed è palese anche una strada che, se non ancora portata a termine, è ormai imboccata, e porta verso le politiche del 24 febbraio.
Il senatore a vita l'ha già spiegato: il suo nome potrebbe non comparire all'interno di una lista, ma in cima a questa sì. Una serie di candidati moderati, centristi e riformisti, selezionati con cura dal Professore, a cui concedere il proprio marchio e quell'agenda già pubblicata su internet.
Un vero e proprio programma elettorale che prosegue e va oltre il lavoro di 13 mesi di governo tecnico.
RISERVA 'QUASI' SCIOLTA. «Insieme ...'Saliamò in politica! #AgendaMonti agenda-monti.it». E insieme con lui ci sarebbero il transfuga democratico Pietro Ichino, Luca Cordero di Montezemolo, Pier Ferdinando Casini, Lorenzo Cesa e Andrea Riccardi. Tutti gli uomini del presidente, tutti quelli che l'hanno convinto a prendere questa decisione, superando incertezze e titubanze che comunque l'hanno accompagnato fino all'ultimo.
Il Professore, secondo quanto riferito da un suo collaboratore, «non ha sciolto definitivamente la riserva», ma «tutto sembra indicare che è quello che farà». Di certo, si sa che Monti starebbe spingendo per una lista unica sia alla Camera sia al Senato.

Le liste le fa il Professore

Al Prof i leader del nuovo centro, sembrano voler delegare tutto: non solo la stesura del programma di governo, ma anche la decisione sulle liste: sul loro numero e sulla loro composizione.
Così presto una nuova fondazione, o più d'una, potrebbe riunire e federare i centristi italiani, anche se su questo punto resta ancora qualcosa da chiarire.«Lui non ha ancora deciso se aderire o meno», hanno infatti avvisato membri del suo entourage, ma tutto fa pensare che la lista Monti si farà.
MONTEZEMOLO PRESTA LA MACCHINA. E potrebbe partire da Italia Futura, il laboratorio di Montezemolo che ha ormai tre anni di impegno civile alle spalle, che era pronto a entrare in politica, e che cederebbe il passo a un progetto più 'alto'.
«Credo sia la soluzione più logica», ha detto uno dei collaboratori del presidente della Ferrari, «del resto Montezemolo ha sempre detto che se Monti fosse sceso, pardon 'salito', in campo, lui avrebbe fatto un passo laterale». Il tutto senza «farsi cannibalizzare, visto che sono tre anni che si lavora a creare il movimento e non possiamo 'regalarlo' così».
UDC: SOPRAVVIVERE O MORIRE. Resta il nodo sul futuro di Casini. Un nodo che non riguarda l'adesione al progetto, ma semmai le sue modalità. Il 27 dicembre è in programma a Roma un incontro tra i collaboratori di Monti e Montezemolo, poi un altro tra lo stesso fondatore di Italia Futura, Casini, Cesa e Riccardi. Monti non è atteso alle due riunioni, perché ancora a Milano. Anche per definire questi dettagli, il 27 dicembre é previsto un incontro fra i più stretti collaboratori di Monti e Montezemolo.
In gioco c'è anche la sopravvivenza dell'Unione di centro, che potrebbe tornare utile soprattutto a Palazzo Madama, per raccattare qualche senatore in più con la complessa legge elettorale in vigore. Altrimenti sarà la fine di un partito, e la nascita di un altro.

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