sabato 4 febbraio 2012


Civitavecchia: traghetto della Tirrenia contro una banchina: tutti salvi

Sono tutti salvi i passeggeri del traghetto Sharden, partito venerdì sera da Civitavecchia e diretto versoOlbia. Erano da poco passate le 22.30 quando il traghetto, appartenente alla flotta della Tirrenia, inizia le manovre per uscire dal porto laziale: a causa del forte vento e della bufera di neve è andato a sbattere contro la diga foranea. L'impatto ha provocato uno squarcio di oltre 30 metri sullo scafo, fortunatamente al di sopra della linea di galleggiamento. Ma la paura è stata tanta per gli oltre 300 passeggeri dell'imbarcazione, comprensibilmente spaventati dal recente disastro dellaConcordia.
La Guarda Costiera è subito intervenuta, mettendo il sicurezza la nave e tranquillizzando i passeggeri a bordo, che sono stati fatti scendere in sicurezza insieme all'equipaggio. 

Monti torna sull'Articolo 18: "Riforma a marzo". E sul posto fisso: "Italiani diffidenti verso la mobilità"

Il premier Monti non si è sottratto alle tante domande dei cittadini, e ha risposto dal suo ufficio di Palazzo Chigi nel videoforum promosso dal quotidiano La Repubblica. I temi caldi della discussione sono stati, come prevedibile, la riforma del lavoro e il "nodo" dell'Articolo 18, che vieta i licenziamenti senza giusta causa alle aziende con più di 15 dipendenti. 
Ed è proprio su quest'ultimo argomento che Monti ha annunciato il varo di una riforma del mercato del lavoro entro marzo, che sarà, secondo la metafora usata dal Premier, come "un mosaico" nel quale "non bisogna precludersi di usare ogni tessera".
Chiarimenti anche per quanto riguarda l'Artcolo 18, considerato
"centrale nella discussione, nel senso che è uno dei temi e in passato per gli uni era la punta di una spada offensiva, per altri centro di scudo difensivo, e sembrava la contrapposizione tra Orazi e Curiazi. Il nostro scopo è passare dai simboli e i miti alla realtà. Applicato così, l'Articolo 18 sconsiglia gli investimenti di capitali stranieri ma anche italiani"
Monti è poi tornato a parlare della querelle della "monotonia del posto fisso", che ha scatenato un acceso dibattito sul Web. Il Premier si è detto "dispiaciuto di aver urtato la monotonia di qualcuno", e ha spiegato che la sua frase, presa fuori dal contesto, ha dato origine a un equivoco. Ma non fa marcia indietro sulle sue parole e sottolinea ancora una volta la diffidenza degli italiani nei confronti della mobilità, ribadendo che i giovani si devono abituare all'idea che non avranno un posto fisso tutta la vita. "Questo però - ha concluso Monti - non significa che i loro lavori non debbano essere tutelati". 
Lettera inviata al ministro Fornero e alla Marcegaglia


Egregio Ministro Fornero ed Egregia Presidente Marcegaglia,
 noto che tutti i giorni o quasi, entrambe dedicate le vostre energie in discussioni riguardanti l'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori.

Domando :
-come mai non spendete mai una parola contro la vergognosa pratica molto diffusa di far sottoscrivere le dimissioni al lavoratore (ma soprattutto alle lavoratrici) in via preventiva al momento dell'assunzione?
-come mai non dite chiaramente che da sempre il concetto diflessibilità è degenerato nel concetto di precariato?

Certo che il tutto è dovuto a banale distrazione, spero cheprossimamente, il più presto possibile, possiate affrontare i problemi di cui sopra e risolverli.

Cordialità e saluti.
Lettera inviata a Monti


Egregio Presidente Monti, ho letto quanto da lei detto a Matrix  :  
 
"I giovani si abituino all'idea di non avere più il posto fisso a vita. Che monotonia. È bello cambiare e accettare delle sfide" .
 
Cosa dire?  Che purtroppo, i più ....... "fortunati"  la vivono,  la MoNoToNiA, tutto l'anno, perchè negli ultimi tre, quattro, cinque anni han dovuto cambiare lavoro almeno sette, otto volte, lavorando per non più di 7 mesi l'anno!!! 
 
Se poi per lei significa accettare delle sfide, sappia che per i giovani e i loro genitori, significa dover subire delle sfighe! 
 
Per sua opportuna conoscenza le allego copia della mail inviata alle signore Fornero e Marcegallia invitandola a valutare bene la situazione attuale soprattutto alla luce del significato distorto che viene data al vocabolo flessibilitàche viene sistematicamente identificato con precarietà!!! 
 
Quindi egregio Presidente, penso che oggi
 
"i giovani devono abituarsi all'idea di non avere più il posto precario a vita. Che Monotonia. E' bello non cambiare e accettare una due sfide nella vita lavorativa!!!" 

Cordialità, saluti e buon lavoro anche nei confronti  dei giovani.


P.S.Dimissioni in bianco
Le ricordo che il governo Prodi aveva risolto il problema prevedendo che le dimissioni venissero sottoscritte su apposito registro vidimato (settimanalmente o quindicinalmente non ricordo bene) e che il lungimirante successivo governo B. si é affrettato a cassare la norma non appena insediato????Vogliamo provvedere al riguardo? Nell'attesa ringrazio.

Jean Dujardin rischia l'Oscar. È scandalo per le locandine de Les Infideles - Le foto

Volgare, degradante per le donne, banale, i giornali e i anche molti opinionisti francesi hanno fatto sapere di disapprovare la scelta della locandina del film Les infideles.
Un uomo sta in piedi in giacca e cravatta mentre parla al cellulare. E proprio davanti a lui si vede la testa di una donna, inginocchiata in una posizione che lascia poco all'immaginazione . Ecco l’immagine che fa tanto discutere. Les infedeles, film francese a episodi sull'infedeltà maschile diretto da sette registi tra cui Jean Dujardin, Gilles Lellouche e Emmanuelle Bercot, uscirà in Francia il 29 febbraio.
In Francia è polemica e anche l'Istituto dell'autodisciplina pubblicitaria (ARPP) ha bollato il manifesto come "offensivo della dignità umana" e ha chiesto di ritirarlo.
"Anche se fa riferimento a una scena del film che parla di adulterio, questa campagna è contraria alle regole sulla rappresentazione dell'immagine della persona umana. A titolo preventivo abbiamo già chiesto di ritirarla"
ha spiegato Stephane Martine dell'ARPP.
Il venditore di spazi commerciali JC Decaux che si è occupato della distribuzione della campagna ammette che quest'immagine sia "di cattivo gusto" e sull'ANSA si legge che si era rifiutato di pubblicarne altre ancora più spinte che erano state proposte per lo stesso film:
"In fondo quella scelta e' umoristica e riprende l'argomento del film. Ma se l'Istituto di autodisciplina ci chiederà di ritirarla lo faremo"
Il protagonista del manifesto sotto accusa è Jean Dujardin, nominato agli Oscar come miglior attore per The Artist. Secondo il quotidiano Le Parisien "questa polemica rischia di non piacere ai votanti dell'accademia degli Oscar che rappresentano l'industria cinematografica". E ancora: "L'America non scherza con questo tipo di immagini spinte". Il giornale avverte che"in quel contesto The Artist potrebbe essere svantaggiato per colpa di 'Les infideles"

Questa è una buona notizia

BERLUSCONI A FINANCIAL TIMES, NON MI RICANDIDO

"Ormai mi sono fatto da parte, anche nel mio partito". L'ex premier Silvio Berlusconi conferma così, in un'intervista al Financial Times, di non avere alcuna intenzione di ricandidarsi a palazzo Chigi.
HO PIU' POPOLARITA' DI MERKEL E SARKOZY - I sondaggi mi danno un gradimento maggiore di quello di Angela Merkel e Nicolas Sarkozy. Ne è convinto Silvio Berlusconi, che, in un'intervista al Financial Times spiega di aver intenzione di rimanere influente dietro le quinte, come 'padre fondatore' del partito. Ma poi non esclude di potersi ricandidare al Parlamento, sostenendo di avere sondaggi che gli danno un gradimento maggiore della Merkel e Sarkozy.
SONO UN PERICOLO PUBBLICO, BLOCCO IL TRAFFICO - "Se vado per strada blocco il traffico. Sono un pericolo pubblico, non posso uscire a fare shopping". Così Silvio Berlusconi si descrive al Financial Times, assicurando di avere una popolarità pari al 36% di gradimento.

Ancora Monti

FATTI DEL GIORNO
MONTI: ART 18 SCORAGGIA INVESTIMENTI

di Francesca Chiri
ROMA - Quella battuta sulla monotonia del posto fisso sarà stata anche equivocata, ma su una cosa il presidente del Consiglio, Mario Monti, vuole essere chiaro: "con il buonismo" sociale i partiti italiani non hanno di certo aiutato l'Italia. Insomma, non basta presentarsi ai cittadini "con il cuore in mano" per fare loro del bene: "saremmo sicuramente più simpatici a farlo, ma faremmo il male dell'Italia e degli italiani più giovani". Il presidente del Consiglio torna a farsi intervistare - "é necessario comunicare perché non essendo stati eletti dobbiamo conquistare la fiducia dei cittadini", dice a Repubblica.it - per spiegare anche il senso della sua recente riflessione sul posto fisso e, soprattutto, per chiarire. "Creare lavoro per i giovani non solo è un obiettivo importante ma è un obiettivo centrale della politica economica e sociale di questo governo" é la premessa del suo ragionamento che è a tutto campo, e spazia dal tema caldo della modifica dell'articolo 18, al controverso tema delle tutele e dell' equità.
-POSTO FISSO, FRAINTESO. Monti si dice "dispiaciuto" di poter aver urtato la "sensibilitàdi qualcuno" con le sue parole ma spiega che il suo giudizio sul posto fisso voleva sottolineare la diffidenza degli italiani verso la mobilità. "I giovani devono abituarsi all'idea che non avranno un posto fisso tuta la vita", questo non significa che i loro lavori non debbano essere tutelati.
- ART.18. Il tema "é centrale" anche se "per alcuni è la punta di una spada offensiva, per altri il centro di uno scudo difensivo... io non vorrei fosse uno scontro tra Orazi e Curiazi: il nostro scopo è passare dai miti alla realtà pragmatica e vedere come contemperare esigenze della garanzia dei diritti con forme che non scoraggino le imprese ad assumere" dice Monti che non si sbilancia sugli esiti della battaglia. "Non so se entro la fine di marzo", quando si dovranno tirare le somme del tavolo sulla riforma del lavoro, l'argomento sarà una delle tessere del mosaico in costruzione. Di certo, aggiunge poi mettendo sul piatto un'altra affermazione di peso, così comé l'art. 18 scoraggia gli investimenti. E non solo quelli delle imprese estere.
- TUTELE MODELLO DANIMARCA. NO CITTADELLA. Sul lavoro non sono gli Usa l'esempio da imitare ma l'Europa del Nord. Soprattutto "la mitica Danimarca" dove ci sono "una serie di ammortizzatori sociali e reti di protezione per il lavoratore, non per il posto". Per l'Italia quello che serve è "dare meno tutele a chi oggi ne ha troppe ed è quasi blindato nella sua cittadella, e darne di più a chi è in forme estreme di precariato o è fuori dal mercato del lavoro".
-EQUITA' e TOBIN TAX: Monti rivendica gli interventi per scaricare equamente il peso delle misure di risanamento. Nei fatti, spiega, "abbiamo introdotto una patrimoniale" pur senza dirlo per non urtare sensibilità, abbiamo tassato i capitali scudati mentre, anche grazie al lavoro dell'Italia, potrebbe essere "la volta buona" anche per introdurre la Tobin Tax. Anche "il mondo bancario è stato molto disturbato" mentre il governo è a buon punto anche sul dossier Ici sui beni commerciali della Chiesa.
-SPREAD CASALINGO. Lo strumento che misura il differenziale con i titoli tedeschi "é diventato un termine di uso casalingo". E' stato usato in modo "esagerato come arma contundente" nei confronti di Berlusconi e "ora si esagera ad usarlo come indicatore di buona condotta per il qui presente suo successore". Il suo andamento migliora "ma non ci basta nella dimensione e nella struttura e questa diminuzione non riflette ancora la messa in sicurezza dei conti italiani".
-ITALIA MIGLIORERA'. "Io sono più fiducioso dei mercati e credo che al termine di questo governo, molte cose saranno cambiate in Italia". Soprattutto, promette, "il sistema politico sarà più civile, disteso e pacato rispetto agli ultimi anni"