sabato 4 febbraio 2012

Ancora Monti

FATTI DEL GIORNO
MONTI: ART 18 SCORAGGIA INVESTIMENTI

di Francesca Chiri
ROMA - Quella battuta sulla monotonia del posto fisso sarà stata anche equivocata, ma su una cosa il presidente del Consiglio, Mario Monti, vuole essere chiaro: "con il buonismo" sociale i partiti italiani non hanno di certo aiutato l'Italia. Insomma, non basta presentarsi ai cittadini "con il cuore in mano" per fare loro del bene: "saremmo sicuramente più simpatici a farlo, ma faremmo il male dell'Italia e degli italiani più giovani". Il presidente del Consiglio torna a farsi intervistare - "é necessario comunicare perché non essendo stati eletti dobbiamo conquistare la fiducia dei cittadini", dice a Repubblica.it - per spiegare anche il senso della sua recente riflessione sul posto fisso e, soprattutto, per chiarire. "Creare lavoro per i giovani non solo è un obiettivo importante ma è un obiettivo centrale della politica economica e sociale di questo governo" é la premessa del suo ragionamento che è a tutto campo, e spazia dal tema caldo della modifica dell'articolo 18, al controverso tema delle tutele e dell' equità.
-POSTO FISSO, FRAINTESO. Monti si dice "dispiaciuto" di poter aver urtato la "sensibilitàdi qualcuno" con le sue parole ma spiega che il suo giudizio sul posto fisso voleva sottolineare la diffidenza degli italiani verso la mobilità. "I giovani devono abituarsi all'idea che non avranno un posto fisso tuta la vita", questo non significa che i loro lavori non debbano essere tutelati.
- ART.18. Il tema "é centrale" anche se "per alcuni è la punta di una spada offensiva, per altri il centro di uno scudo difensivo... io non vorrei fosse uno scontro tra Orazi e Curiazi: il nostro scopo è passare dai miti alla realtà pragmatica e vedere come contemperare esigenze della garanzia dei diritti con forme che non scoraggino le imprese ad assumere" dice Monti che non si sbilancia sugli esiti della battaglia. "Non so se entro la fine di marzo", quando si dovranno tirare le somme del tavolo sulla riforma del lavoro, l'argomento sarà una delle tessere del mosaico in costruzione. Di certo, aggiunge poi mettendo sul piatto un'altra affermazione di peso, così comé l'art. 18 scoraggia gli investimenti. E non solo quelli delle imprese estere.
- TUTELE MODELLO DANIMARCA. NO CITTADELLA. Sul lavoro non sono gli Usa l'esempio da imitare ma l'Europa del Nord. Soprattutto "la mitica Danimarca" dove ci sono "una serie di ammortizzatori sociali e reti di protezione per il lavoratore, non per il posto". Per l'Italia quello che serve è "dare meno tutele a chi oggi ne ha troppe ed è quasi blindato nella sua cittadella, e darne di più a chi è in forme estreme di precariato o è fuori dal mercato del lavoro".
-EQUITA' e TOBIN TAX: Monti rivendica gli interventi per scaricare equamente il peso delle misure di risanamento. Nei fatti, spiega, "abbiamo introdotto una patrimoniale" pur senza dirlo per non urtare sensibilità, abbiamo tassato i capitali scudati mentre, anche grazie al lavoro dell'Italia, potrebbe essere "la volta buona" anche per introdurre la Tobin Tax. Anche "il mondo bancario è stato molto disturbato" mentre il governo è a buon punto anche sul dossier Ici sui beni commerciali della Chiesa.
-SPREAD CASALINGO. Lo strumento che misura il differenziale con i titoli tedeschi "é diventato un termine di uso casalingo". E' stato usato in modo "esagerato come arma contundente" nei confronti di Berlusconi e "ora si esagera ad usarlo come indicatore di buona condotta per il qui presente suo successore". Il suo andamento migliora "ma non ci basta nella dimensione e nella struttura e questa diminuzione non riflette ancora la messa in sicurezza dei conti italiani".
-ITALIA MIGLIORERA'. "Io sono più fiducioso dei mercati e credo che al termine di questo governo, molte cose saranno cambiate in Italia". Soprattutto, promette, "il sistema politico sarà più civile, disteso e pacato rispetto agli ultimi anni"

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