sabato 4 febbraio 2012


Monti torna sull'Articolo 18: "Riforma a marzo". E sul posto fisso: "Italiani diffidenti verso la mobilità"

Il premier Monti non si è sottratto alle tante domande dei cittadini, e ha risposto dal suo ufficio di Palazzo Chigi nel videoforum promosso dal quotidiano La Repubblica. I temi caldi della discussione sono stati, come prevedibile, la riforma del lavoro e il "nodo" dell'Articolo 18, che vieta i licenziamenti senza giusta causa alle aziende con più di 15 dipendenti. 
Ed è proprio su quest'ultimo argomento che Monti ha annunciato il varo di una riforma del mercato del lavoro entro marzo, che sarà, secondo la metafora usata dal Premier, come "un mosaico" nel quale "non bisogna precludersi di usare ogni tessera".
Chiarimenti anche per quanto riguarda l'Artcolo 18, considerato
"centrale nella discussione, nel senso che è uno dei temi e in passato per gli uni era la punta di una spada offensiva, per altri centro di scudo difensivo, e sembrava la contrapposizione tra Orazi e Curiazi. Il nostro scopo è passare dai simboli e i miti alla realtà. Applicato così, l'Articolo 18 sconsiglia gli investimenti di capitali stranieri ma anche italiani"
Monti è poi tornato a parlare della querelle della "monotonia del posto fisso", che ha scatenato un acceso dibattito sul Web. Il Premier si è detto "dispiaciuto di aver urtato la monotonia di qualcuno", e ha spiegato che la sua frase, presa fuori dal contesto, ha dato origine a un equivoco. Ma non fa marcia indietro sulle sue parole e sottolinea ancora una volta la diffidenza degli italiani nei confronti della mobilità, ribadendo che i giovani si devono abituare all'idea che non avranno un posto fisso tutta la vita. "Questo però - ha concluso Monti - non significa che i loro lavori non debbano essere tutelati". 

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